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Dermatologia

Pitiriasi rosea, degli emollienti solo in caso di prurito

19/01/2018

La comparsa di macchie sulla pelle è uno dei motivi per i quali ci si rivolge al dermatologo. A volte può trattarsi di una condizione non particolarmente preoccupante che addirittura potrebbe non richiedere alcun trattamento. È la pitiriasi rosea di Gibert, comunemente pitiriasi rosea, una condizione dermatologica benigna, non contagiosa e dalle cause ancora ignote. Ne parliamo con il dottor Riccardo Borroni, dermatologo di Humanitas.

Bambini e adulti

La pitiriasi rosea può colpire bambini, giovanissimi e giovani adulti. Tendenzialmente si manifesta tra i dieci e i trentacinque anni; anche la gravidanza è una condizione in cui può manifestarsi. In quest’ultimo caso è importante rivolgersi tempestivamente al medico ginecologo o allo specialista.

Il primo segno della pitiriasi è una chiazza rotonda oppure ovoidale, con un bordo a volte desquamante, che viene chiamata “chiazza madre”. Questa lesione eritematosa appare sul tronco qualche giorno prima della comparsa di altre chiazze, chiamate “figlie”, su tutto il corpo. Sono più piccole e possono comparire su petto, addome, schiena, braccia, gambe e più raramente su collo e viso o palmi e sulle piante dei piedi.

Alle macchie, di diversa estensione ma accomunate dal colorito roseo o rosso pallido, in circa la metà dei casi può accompagnarsi il prurito. Questo sintomo può peggiorare con il caldo, quindi con il contatto con l’acqua calda, ad esempio.

L’osservazione della chiazze permetterà al medico di fare la diagnosi. Occasionalmente potrà rendersi necessario eseguire dei test sierologici anche perché le chiazze sono un sintomo aspecifico che potrebbe invece segnalare la presenza di un’altra patologia. Ad esempio le chiazze sono simili alla pitiriasi versicolor con cui la pitiriasi rosea non va dunque confusa.

Il trattamento

Le cause della pitiriasi sono sconosciute. È noto ciò che questa dermatite non è: non è un’allergia, non è una infezione batterica o micotica (a differenza della pitiriasi versicolor causata dall’azione di un fungo). Non è infine contagiosa.

Le chiazze tendono a scomparire da sé, anche senza trattamento. Il medico ne monitorerà l’evoluzione, in un periodo variabile da tre/quattro a otto settimane. In alcuni casi le chiazze potranno essere presenti anche fino a dodici settimane.

A volte il medico potrà suggerire una forma di trattamento per il prurito: «Generalmente – aggiunge il dottor Borroni – sono sufficienti dei fluidi emollienti, raramente si usano cortisonici a bassa potenza, per uso locale, o degli antistaminici in caso di prurito più fastidioso».

Per non vedere peggiorare il prurito potrebbe essere necessario seguire alcuni accorgimenti: «Sono da evitare le docce o i bagni con acqua troppo calda che potrebbe transitoriamente acutizzare il prurito», conclude lo specialista.

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