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Dermatologia

Pelle, creme emollienti e “creme barriera” in caso di dermatite irritativa

30/11/2017

Detersivi, detergenti per la cura della persona fino ai prodotti usati in ambito lavorativo o nel fai-da-te potrebbero rivelarsi un’insidia per la salute della pelle. Alcune sostanze qui contenute possono infatti irritarla e scatenare una dermatite da contatto. Come riconoscerla e come risolverla? L’abbiamo chiesto al dottor Riccardo Borroni, dermatologo di Humanitas.

Pelle sotto attacco

Con il termine dermatite si indica genericamente un’infiammazione della pelle causata da vari fattori che scatenano una reazione cutanea. Questa si manifesta tendenzialmente con rossore, prurito, formazione di vescicole, desquamazione. Ne esistono diverse forme e una di queste è la dermatite da contatto, causata dall’esposizione della pelle ad alcune sostanze che possono infiammarla.

A seconda della reazione si distinguono la dermatite da contatto irritativa e quella allergica. Nella dermatite allergica, infatti, è coinvolto il sistema immunitario e la reazione è di tipo immunologico mentre in quella irritativa c’è solo una risposta infiammatoria della pelle a seguito del contatto con alcune sostanze.

La dermatite irritativa

Tra queste due forme di dermatite da contatto quella irritativa è la più comune e in genere meno grave: «L’irritazione è causata dalla presenza di agenti irritanti come tensioattivi, alcoli e antisettici contenuti nei detergenti, sia per l’igiene personale che quelli di impiego domestico. In ambito professionale invece, la dermatite irritativa da contatto è spesso causata da solventi, acidi, caustici e lana di vetro e può presentarsi anche con quadri clinici gravi, di ustione chimica», spiega il dottor Borroni.

 

La dermatite si riconosce dall’insorgenza di sintomi come arrossamenti, con chiazze più o meno estese a seconda dell’area del corpo in cui è stato applicato il prodotto (più frequentemente alle mani), secchezza, a volte comparsa di piccole vesciche e prurito. Il consiglio è di non grattare la pelle per evitare di rompere queste vescicole con il rischio di infezione.

I sintomi possono comparire a breve distanza dall’applicazione del prodotto o dopo diverse ore. Si può anche sviluppare vera e propria sensibilizzazione nei confronti di un prodotto nel tempo, anche se le prime volte in cui lo si è utilizzato non ha dato vita ad alcuna reazione, con lo sviluppo di una dermatite allergica da contatto.

Qual è il prodotto incriminato?

Per evitare il contatto con il prodotto responsabile dell’irritazione è importante che questo sia individuato il prima possibile: «È fondamentale raccogliere un’anamnesi molto accurata sulle abitudini quotidiane e l’attività lavorativa, con particolare attenzione al tipo di sostanze chimiche che entrano in contatto con le sedi colpite dalla dermatite, la durata e la frequenza nel tempo di questi contatti», risponde il dottor Borroni. «Eventualmente – continua – l’esecuzione del patch test permette di distinguere tra dermatite da contatto irritativa e allergica».

Anche i prodotti naturali possono causare dermatite irritativa da contatto: «L’acqua è il principale fattore di predisposizione alla dermatite allergica da contatto in quanto favorisce la penetrazione delle sostanze irritanti attraverso l’epidermide. Pertanto, chi soffre di dermatite irritativa delle mani dovrebbe ridurre il più possibile il numero di volte in cui si lava le mani nel corso della giornata».

«Alcuni alimenti poi, quali l’aglio, l’ananas, il cavolo e i broccoli contengono sostanze irritanti e i cuochi possono soffrire di dermatite irritativa da contatto delle mani. Infine, la dermatite da pannolino rappresenta un esempio molto comune di dermatite irritativa causata dal contatto ripetuto o prolungato con sostanze irritanti».

Come proteggere la pelle?

«La prevenzione avviene con l’utilizzo di guanti. Sono da preferire quelli foderati di cotone all’interno, affinché il sudore non contribuisca all’irritazione stessa. È poi fondamentale applicare, ripetutamente nell’arco della giornata, creme emollienti che ripristinano i lipidi rimossi dalle sostanze irritanti, e che svolgono la funzione di fisiologica barriera. Esistono appunto creme specifiche, cosiddette creme barriera. La pasta all’ossido di zinco, utilizzata per l’area del pannolino, è un’efficace barriera contro l’aggressione di feci e urine. Quando invece la dermatite si riacutizza, può essere necessario ricorrere all’applicazione di creme contenenti cortisone, per brevi periodi, per spegnere l’infiammazione», conclude l’esperto.

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