Stai leggendo Alcolismo, basta bloccare l’“ormone dello stress”?

Magazine

Alcolismo, basta bloccare l’“ormone dello stress”?

02/03/2016

Fermare l’azione del cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”, come terapia dell’alcolismo. È il suggerimento di un team di scienziati provenienti da diversi centri di ricerca fra cui lo Scripps Research Institute (Usa), contenuto in uno studio pubblicato su The Journal of Clinical Investigation.

Alla sperimentazione hanno partecipato 56 persone affette da alcolismo fra i 21 e i 65 anni di età. Sono stati divisi in due gruppi e sottoposti a due diversi trattamenti della durata di una settimana: il primo ha assunto un farmaco, il mifepristone, l’altro un placebo. Negli ultimi tre giorni è stato chiesto a tutti i partecipanti di astenersi dal bere alcolici per testare gli effetti del farmaco.

(Per approfondire leggi qui: Ormoni sessuali e tono dell’umore: quale relazione?)

Le persone che avevano preso il mifepristone hanno mostrato una sostanziale riduzione del desiderio di consumare alcolici e un’effettiva riduzione del consumo di alcol sia nella fase di sperimentazione che nella settimana successiva al trattamento. Inoltre il mifepristone veniva ben tollerato dai pazienti e migliorava anche i biomarcatori della funzionalità epatica. Una parte dello studio è stata condotta su modelli sperimentali con risultati analoghi.

Il mifepristone, sebbene non riesca a inibire la produzione di cortisolo, il principale ormone glucocorticoide prodotto dalla ghiandola surrenale, agisce “disattivando” i suoi recettori. Il farmaco è già usato nel trattamento della malattia di Cushing, una rara sindrome causata dall’eccesso di cortisolo nel sangue. Tra i vari effetti della sindrome c’è anche l’aumento della glicemia, un fattore di rischio per il diabete di tipo 2. Il farmaco riduce gli effetti del cortisolo, come appunto l’iperglicemia, impedendo all’ormone di legarsi al suo recettore.

(Per approfondire: Come vincere la depressione da rientro)

In conclusione i ricercatori suggeriscono una nuova strategia terapeutica dell’alcolismo: impiegare per un breve periodo il mifepristone dopo un periodo di astinenza insieme a un percorso di recupero psicosociale degli alcolisti.

Il cortisolo è associato al desiderio di consumare alcolici nelle persone affette da alcolismo?

«Modelli sperimentali hanno evidenziato come l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e, in particolare, un’alterata funzione dei recettori del cortisolo localizzati in particolari aree cerebrali, possano portare a un’assunzione incontrollata di alcolici. Quando l’attenzione si è spostata sull’uomo, i risultati a oggi pubblicati non hanno consentito di stabilire se vi sia una reale correlazione tra l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e l’alcolismo», risponde il professor Andrea Lania, responsabile dell’Unità Operativa di Endocrinologia dell’Ospedale Humanitas e docente di Endocrinologia presso Humanitas University.

Se il cortisolo non riesce a legarsi con il suo recettore ci possono essere altre conseguenze per l’organismo?

«Il mifepristone è un farmaco il cui utilizzo è stato recentemente approvato per il trattamento della malattia di Cushing, una condizione caratterizzatata dalla eccessiva prodizione di cortisolo secondaria a una ipersecrezione di ACTH da parte di un adenoma ipofisario. Tale farmaco agisce interferendo con il legame tra il cortisolo e i suoi recettori. In soggetti in cui la funzione surrenalica è nella norma, il mifepristone, impedendo la corretta azione del cortisolo, può portare a una condizione di iposurrenalismo, una situazione clinicamente rilevante e potenzialmente grave».

È condivisibile il suggerimento dei ricercatori su un nuovo approccio terapeutico per l’alcolismo a base di mifepristone?

«Non sulla base dei dati ottenuti dai ricercatori in questa piccola casistica. In particolare i dati presentati non consentono di escludere che il farmaco possa associarsi a condizione di iposurrenalismo potenzialmente pericolosa per la salute dei pazienti. Sono necessari studi su casistiche più numerose e con una maggiore attenzione all’impatto della terapia sulla funzione surrenalica prima di poter considerare il mifepristone come potenziale trattamento dell’alcolismo», conclude il professore.

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita