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Endocrinologia

Malattie della tiroide: quali sono e come si curano

17/09/2023

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla situata alla base del collo, tra la laringe e la trachea. La sua funzione principale è produrre e rilasciare ormoni tiroidei, come la tiroxina (FT4) e la triiodotironina (FT3), che sono essenziali per la crescita e lo sviluppo dell’organismo fin dalla fase fetale. L’attività della tiroide è regolata dall’ipofisi, una piccola ghiandola situata alla base del cranio, che produce l’ormone tireotropo o tireostimolante (TSH) per regolare la produzione degli ormoni tiroidei.

La tiroide è adibita a funzioni di controllo nello sviluppo del sistema nervoso, nella respirazione, nell’attività cardiaca, nella regolazione della temperatura corporea, nella crescita e nella forza muscolare, nell’idratazione della pelle, nel peso corporeo, nel ciclo mestruale e nella fertilità.

Le malattie della tiroide possono manifestarsi in diverse fasi della vita: alcune possono presentarsi fin dalla nascita, come l’ipotiroidismo congenito, mentre altre possono svilupparsi durante l’infanzia e l’adolescenza. Ipotiroidismo, ipertiroidismo e noduli tiroidei sono le principali malattie a carico della tiroide. Come prevenirle?

Ne parliamo con il professor Andrea Lania, Responsabile di Endocrinologia e Diabetologia presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e docente di Humanitas University.

Ipotiroidismo: i sintomi

Tra le principali patologie tiroidee, l’ipotiroidismo è la più comune nelle persone di sesso femminile. La causa principale dell’ipotiroidismo è la tiroidite cronica autoimmune. In genere, l’ipotiroidismo si riconosce da diversi sintomi, come:

  • sensazione di stanchezza
  • sensibilità al freddo
  • pelle secca
  • perdita di capelli
  • difficoltà di concentrazione
  • stipsi
  • aumento di peso
  • presenza di edemi
  • alterazioni del ciclo mestruale.

Ipertiroidismo: quali sono i sintomi?

L’ipertiroidismo, caratterizzato da un’eccessiva attività tiroidea, si presenta spesso in giovane età. La forma più comune di ipertiroidismo è il morbo di Basedow (una malattia autoimmune) e, nella popolazione più anziana, il gozzo multinodulare. L’ipertiroidismo si riconosce dalla presenza di sintomi quali:

  • ansia
  • irritabilità
  • intolleranza al caldo
  • sudorazione
  • palpitazioni
  • tachicardia
  • astenia
  • perdita di peso non correlata a diete
  • dissenteria
  • tremori
  • alterazioni del ciclo mestruale.

Noduli tiroidei: cosa fare?

I noduli tiroidei, singoli o multipli, e il gozzo tiroideo sono le patologie più comuni della tiroide nell’età adulta. La presenza di noduli tiroidei viene riscontrata con una maggiore prevalenza nelle persone di sesso femminile e in quelle anziane, anche se solo il 5% dei noduli è palpabile. La maggior parte dei noduli è benigna, mentre solo il 5% circa dei casi può rappresentare una neoplasia maligna della tiroide. I noduli di solito non causano sintomi e solo quelli di grandi dimensioni possono causare disturbi nella respirazione e nella deglutizione. In tutti i casi, la presenza di uno o più noduli tiroidei, anche se benigni, richiede controlli periodici tramite ecografia. In base alle valutazioni dell’endocrinologo, possono essere necessari anche l’agoaspirato o la scintigrafia tiroidea.

Malattie della tiroide, come prevenirle e come curarle

La prevenzione delle patologie della tiroide si basa sull’assunzione adeguata di iodio attraverso l’alimentazione e sui controlli periodici, specialmente per le persone a rischio, tra cui:

  • donne con problemi tiroidei durante la gravidanza
  • familiari di pazienti con patologie tiroidee
  • persone che assumono farmaci che possono interferire con la funzione tiroidea (amidarone/cordarone, litio, alcuni chemioterapici).

In caso di sintomi che suggeriscono un’alterazione della funzione tiroidea, è consigliato eseguire un prelievo di sangue per misurare i livelli degli ormoni tiroidei (TSH, FT4 e FT3) e, in alcuni casi, degli anticorpi anti-tiroide (anticorpi contro la perossidasi tiroidea e la tireoglobulina, anticorpi anti-recettore TSH) associati alle malattie autoimmuni della tiroide, come la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Basedow. L’esame del sangue è semplice, eppure fondamentale per la diagnosi, in quanto consente di valutare la necessità di avviare una terapia e per monitorarne l’efficacia e l’adeguatezza.

L’ecografia tiroidea serve a valutare la struttura e le dimensioni della tiroide e individuare la presenza di eventuali noduli. In caso di noduli sospetti riscontrati durante l’ecografia, viene eseguito un agoaspirato per la biopsia, guidato dall’ecografia, al fine di escludere la presenza di cellule tumorali. Nei pazienti con ipertiroidismo, potrebbe essere necessaria anche una scintigrafia tiroidea per identificare la causa dell’iperfunzione tiroidea in presenza di noduli.

In base alle diagnosi e ai sintomi, il trattamento farmacologico può prevedere l’assunzione continua di ormoni tiroidei (nell’ipotiroidismo) o di farmaci che normalizzano la funzione tiroidea (nell’ipertiroidismo). Nel caso dell’ipertiroidismo può essere indicata la terapia con iodio radioattivo o la tiroidectomia (come nel caso di gozzi nodulari tossici o di una malattia di Basedow non responsive alla terapia medica). Nel caso di un carcinoma della tiroide è indicata la rimozione della ghiandola tiroidea (tiroidectomia). Nel caso di noduli benigni è spesso sufficiente monitorare ecograficamente la loro eventuale crescita nel tempo. Solo nei casi di noduli benigni di grandi dimensioni o che causano disturbi nella respirazione o nella deglutizione si può considerare la tiroidectomia.

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