Bere alcolici in gravidanza può seriamente mettere a rischio la gravidanza stessa e la salute del feto. Tuttavia non tutte le donne sembrano averne una chiara consapevolezza. Secondo una recente indagine Doxa, 1 consumatrice su 3 non smette di assumere alcolici dopo aver scoperto di essere incinta. Nei restanti 2/3 una parte smette di bere non quando ha iniziato a provare a concepire ma solo dopo aver saputo di essere in attesa.
A quali rischi si espone il feto se la donna consuma alcolici?
«Il feto non è protetto dall’alcol assunto dalla madre, non riesce a metabolizzarlo e quindi ne subisce gli effetti dannosi a livello cerebrale e sui tessuti in via di formazione», spiega la dottoressa Annamaria Baggiani, responsabile del Servizio di Infertilità Femminile e Procreazione Medicalmente Assistita di Humanitas Fertility Center.
«Pertanto l’alcol può pregiudicare lo sviluppo del feto e causare le patologie comprese nello spettro dei disordini feto alcolici. La più grave – prosegue la specialista – è sicuramente la sindrome feto-alcolica che può sorgere a seguito di un forte consumo di alcol. La sindrome si può manifestare con vari livelli di gravità e di espressione: caratteristiche più tipiche comprendono alterazioni di alcuni tratti del viso come occhi e naso, ritardo nella crescita, con valori inferiori alla media di altezza e peso, e alterazioni cognitive e comportamentali del nascituro».
«Tra le altre patologie incluse nei disordini feto alcolici sono presenti i disordini dello sviluppo neurologico alcol correlati e i difetti alla nascita alcol correlati. Nel primo caso, nel nascituro, si possono manifestare problemi funzionali o mentali, come alcuni disturbi del comportamento e dell’apprendimento. Nel secondo invece problemi a carico di cuore, ossa o udito».
Cosa consiglia a chi pensa di avere un figlio o è in gravidanza?
«Di non bere. Non esiste infatti una dose sicura che possa essere assunta senza rischi, soprattutto nel I trimestre. Qualsiasi quantità di alcol giunge direttamente al feto rischiando di danneggiarlo in tutte le fasi della gravidanza, a partire dal concepimento», conclude la dottoressa.