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Ecstasy e anfetamine, gli effetti delle droghe sintetiche sull’organismo

12/08/2015

L’ecstasy e le droghe sintetiche sono tornate al centro dell’attenzione dopo la morte del sedicenne umbro alla discoteca Cocoricò di Riccione. Il ragazzo si è sentito male dopo aver assunto dell’ecstasy.

Ecstasy è il nome usato comunemente per indicare l’Mdma, una droga sintetica. Le droghe sintetiche sono sostanze psicoattive prodotte in laboratorio. Come sottolinea l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, un’agenzia dell’Unione europea, l’Europa è storicamente un mercato di produzione e consumo di droghe sintetiche. In particolare sono tre le droghe sintetiche che dominano il mercato europeo: le anfetamine, le sostanze stupefacenti simili all’ecstasy, soprattutto Mdma, e le metanfetamine.

Le anfetamine si presentano sotto forma di polvere biancastra, ma anche in fiale, pasticche e capsule, pertanto possono essere assunte per via orale o inalate, meno per via endovenosa. Agiscono come stimolanti del sistema nervoso centrale.

Quali sono gli effetti delle anfetamine sull’organismo?

L’Osservatorio europeo delle droghe e tossicodipendenze parla di ipertensione e tachicardia. Chi assume questo tipo di droghe sintetiche può sentirsi più sicuro di sé e pieno di energie. Le anfetamine sopprimono l’appetito e la fatica e inducono insonnia. A distanza di ore dall’assunzione si può diventare più irritabili, ansiosi e irrequieti. Un’intossicazione acuta provoca anche disturbi al sistema cardiovascolare, mentre un uso prolungato porta a variazioni neurochimiche e dell’anatomia cerebrale.

Gli effetti dell’assunzione di metanfetamine, un’altra categoria di droghe sintetiche, sono simili a quelli delle anfetamine. Tuttavia, sottolinea l’agenzia dell’Ue, le metanfetamine sono più potenti di quest’ultime.

Derivata dall’anfetamina è l’ecstasy o Mdma. Usualmente si presenta in forma di pasticche o capsule, da assumere per via orale e solubili in acqua. Le pasticche sono colorate e “marcate” da simboli o lettere. Anche dall’ecstasy deriva un effetto stimolante sul sistema nervoso centrale.

Cosa succede al cervello di chi assume ecstasy?

Lo spiega il National Institute on Drug abuse, istituto di ricerca del governo federale statunitense. Con l’ecstasy viene incrementata l’attività di alcuni neurotrasmettitori tra cui la serotonina, il cosiddetto “ormone del buonumore”. Ecco perché chi assume questa droga sintetica prova maggiore empatia, ha meno difficoltà a relazionarsi e a entrare in confidenza con gli altri.

Tuttavia l’incremento nella produzione di serotonina causa anche effetti negativi, dalla confusione ai disturbi del sonno all’ansia. Tra gli altri effetti del consumo di ecstasy c’è l’amplificazione delle capacità sensoriali, dal tatto al gusto all’olfatto; si sentono meno la stanchezza, la fame, la sete e il sonno, ma si può provare anche tachicardia e ipertensione. Altre conseguenze sono nausea, vomito, bruxismo e crampi muscolari, aumento della temperatura corporea e sudorazione eccessiva. Il consumo di ecstasy – sottolinea il ministero della Salute – può favorire l’infarto nelle persone che soffrono di malattie cardiovascolari ed è particolarmente pericoloso per le persone con problemi a reni o fegato.

Secondo l’ultima Relazione annuale del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in Italia tra il 2011 e il 2014, nella popolazione scolastica 15-19 anni, c’è stato un lieve aumento dei consumatori di ecstasy o anfetamine. Il 2,2% di questa popolazione riferisce di aver provato queste droghe sintetiche almeno una volta nella vita.

 

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