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Cannabis, “no alla legalizzazione di una terza droga dopo alcol e fumo”

27/07/2015

«La proposta di legge bipartisan di liberalizzare il consumo della cannabis per uso personale non può che destare preoccupazione». Così il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University, sull’iniziativa di oltre 200 parlamentari di entrambi gli schieramenti volta a legalizzare l’uso di cannabis.

«Si tratta – spiega il professore – di una proposta che parte da un assunto sbagliato, ovvero la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. Una differenza che da un punto di vista farmacologico non esiste: entrambe causano dipendenza e hanno ricadute negative sulla salute». (Per approfondire leggi qui: Cannabis, “il diritto di essere informati per poter scegliere”)

Quali sono gli effetti sulla salute del consumo di cannabis?

«La cannabis e il suo principio attivo, il tetraidrocannabinolo, hanno importanti effetti sulla salute dell’uomo. Recentemente, sull’autorevole rivista scientifica New England Journal of Medicine, è apparso un lungo e documentato lavoro che spiega in dettaglio i danni del consumo di cannabis sulla salute. Tra questi gli effetti profondi sul sistema immunitario e sulle prime linee di difesa dell’organismo, la riduzione della memoria e la compromissione delle capacità motorie. Per non parlare degli effetti del fumo, ovvero la produzione di carcinogeni». (Per approfondire leggi qui: Marijuana, ecco i suoi effetti)

«Non abbiamo bisogno di un’altra droga legalizzata dopo l’alcol e il fumo di sigaretta che provocano gravi patologie mortali, dalla cirrosi alcolica ai tumori», sostiene Mantovani, intervenuto nel dibattito sulla liberalizzazione del consumo di cannabis anche sul Corriere della Sera. «In caso di legalizzazione, misureremo a distanza di decine di anni i suoi effetti negativi e il prezzo in salute cosi come è stato per alcol e fumo di sigaretta».

L’uso di cannabis a scopo terapeutico è ancora oggetto di studio

«Un altro elemento preoccupante è questo, che con la possibilità di usare la cannabis a scopi terapeutici si faccia passare un messaggio di salubrità. Molti farmaci che usiamo derivano dalle piante, ma in ogni caso l’autorizzazione al loro uso è arrivata dopo un’attenta valutazione del rapporto rischi/benefici. L’uso della cannabis nel controllo di nausea, vomito e dolore cronico è ancora oggetto di studio».

Cosa risponde alle obiezioni secondo cui il proibizionismo è una misura sbagliata? Si cita il caso del proibizionismo americano sugli alcolici, dicendo che sia stato un fallimento. «Un’affermazione da fare con cautela: secondo alcuni dati, infatti, in quel periodo comunque diminuirono i casi di cirrosi alcolica. Con questo non voglio dire che sarebbe bene reintrodurre il proibizionismo, ma sono contrario a forme di promozione dell’uso di alcolici. Sono favorevole invece a promuovere la consapevolezza degli effetti nocivi del consumo di alcol».

Qual è dunque il messaggio che vuole lanciare? «Chiederei a chi si prende la responsabilità di proporre la legalizzazione del consumo di cannabis, di introdurre nella proposta l’obbligatorietà di un avviso sulle piantine e sui derivati un avviso: il fumo di marijuana e cannabis fanno gravemente male alla salute».

 

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