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Carie, nel Paleolitico sapevano già come curarla

28/12/2015

Come curare una carie era noto già 14mila anni fa. I segni del trattamento di una carie sono stati rinvenuti sulla mandibola di un individuo di sesso maschile risalente al Paleolitico. Un team di ricercatori delle università di Bologna e Ferrara ha retrodatato appunto a 14mila anni fa la più antica evidenza archeologica di intervento su una carie. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports.

La carie era presente sulla mandibola di uno scheletro scoperto nel 1988 presso il Riparo Villabruna sulle Dolomiti venete. Grazie a delle analisi scientifiche è emerso che la cavità cariosa è stata pulita con una piccola punta microlitica, di selce. Un tipo di intervento che spinge indietro di 5mila anni le prime prove di trattamento dentale ferme finora a 9-7mila anni fa.

L’uomo ha sempre dovuto fare i conti con carie e mal di denti

«La punta di selce è un rudimentale strumento dentistico impiegato per asportare la parte cariosa, per togliere i tessuti attaccati dai batteri che hanno causato la carie. È un intervento a metà, per così dire, dal momento che si è intervenuti per pulire il dente e non per chiudere, otturare la cavità», spiega il dottor Stefano Rizzi, responsabile di Chirurgia orale del Centro odontoiatrico dell’ospedale Humanitas.

Questa ricerca indica chiaramente che le carie hanno fatto la loro comparsa sin dalla nascita dell’Uomo: «In tutta la storia ci sono state epidemie che a cicli hanno sterminato decine di migliaia di persone, dalla peste ai tumori, ma le carie hanno accompagnato tutta la storia dell’umanità. Possiamo dunque dire che sin dal Paleolitico l’uomo ha dovuto fare i conti col mal di denti e con la carie. Andando avanti con gli anni già gli etruschi e gli assiro-babilonesi si erano cimentati nella costruzione di protesi dentarie intrecciando fili d’oro con gli altri denti».

Dal Paleolitico a oggi: quali sono le ultime novità nel trattamento delle carie?

«Le tecniche più moderne impiegano macchinari e software che con buona precisione sono in grado di prevenire l’insorgenza delle carie analizzando i solchi sui denti. Oggi si è proiettati verso l’uso delle tecnologie digitali: ad esempio, per le carie di grandi dimensioni, si creano delle strutture con cui duplicare le parti mancanti e offrire una maggior resistenza e una migliore estetica al dente», conclude il dottor Rizzi.

 

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