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Non dormire fa prendere decisioni sbagliate

15/05/2015

Dormire poco o male pregiudica la capacità di prendere decisioni. È questa la conclusione di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Washington State University, Stati Uniti e pubblicato sulla rivista Sleep. Gli scienziati hanno ricreato in laboratorio un ambiente reale per valutare gli effetti della privazione di sonno sulle facoltà cognitive.

In passato sono state condotte diverse sperimentazioni per monitorare il rapporto tra disturbi del sonno e calo dell’attenzione, ma questa ricerca è la prima del suo genere. Ai test hanno partecipato 26 persone, di età compresa tra 22 e 40 anni, ai quali è stato chiesto di vivere per sei giorni e sei notti all’interno di un laboratorio strutturato come un albergo. Prima dell’inizio dell’esperimento, a metà dei partecipanti è stato dato il compito di non dormire per due notti consecutive. Gli altri 13, invece, hanno potuto dormire normalmente. Dopo di che a tutti i partecipanti è stato somministrato un test numerico in cui repentinamente sono state cambiate le “regole del gioco”. Gli insonni non sono stati in grado di rispondere efficacemente al test una volta cambiate le regole.

Secondo i ricercatori, i dati dello studio dimostrano che non dormire porta a prendere decisioni errate: poco sonno ostacola il decision making. Non si riesce, insomma, a tener conto dei feedback derivanti dalle proprie azioni e dal cambiamento delle circostanze con quelle nuove informazioni che possono sorgere gradualmente nel tempo. Lo studio, secondo gli scienziati, dimostra che non importa quanto una persona s’impegni a fare la scelta giusta, non dormire influenza comunque le capacità cognitive del cervello impedendogli di usare in modo efficace i feedback che si ricevono. «Questo studio dimostra ancora una volta quanto il sonno sia un elemento fondamentale per la nostra esistenza, al pari della veglia, e indispensabile per far funzionare al meglio tutto il nostro organismo». Così il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas LAB.

 

Il sonno per essere ristoratore deve essere completo

Ma affinché il sonno possa essere realmente ristoratore e rigenerante, quali caratteristiche deve avere? «Il sonno – continua – deve essere completo, ovvero deve comprendere tutte le fasi che lo qualificano: le quattro fasi non Rem e la fase Rem. Queste fasi, della durata di circa 100 minuti, sono importanti allo stesso modo per il sistema nervoso e sono fisiologiche, ovvero non si possono creare artificiosamente, ad esempio ricorrendo a dei farmaci. L’equilibrio si raggiunge quando il sonno è completo».

Se non si susseguono tutte queste fasi, ecco che la mattina dopo il fisico e la mente ne risentono: «Chi dorme male o poco, non riesce a garantire delle buone prestazioni, non è reattivo e ha difficoltà a concentrarsi. Come suggerisce lo studio, non riesce a prendere decisioni determinanti. In altre parole, le sue prestazioni psico-cognitive sono scarse», conclude lo specialista.

 

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