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Gravidanza e patologie cardiovascolari per le future mamme

12/09/2011

Una speranza per le donne affette da patologie cardiovascolari che desiderano avere un figlio. Guarda il servizio della rubrica del Tg2 “Medicina trentatré”.

Finalmente anche le donne con problemi cardiaci non gravi, quali lievi-moderate ostruzioni delle valvole cardiache o delle coronarie, e le donne che hanno subito piccoli infarti o interventi per correggere difetti cardiaci congeniti, possono avere bambini.

Guarda il servizio del Tg2 Salute andato in onda lunedì 12 dicembre! (minuto 5:05)

Il messaggio di speranza è stato lanciato, per la prima volta, al congresso della European Society of Cardiology, tenutosi a settembre, durante la presentazione delle linee guida internazionali per il trattamento delle malattie cardiovascolari in gravidanza. Nove i cardiologi europei, insieme ad un ginecologo olandese, impegnati nella definizione di queste norme pubblicate contemporaneamente, durante la settimana del convegno di Parigi, sul Journal of Obstetrics and Gynecology e sul European Heart Journal.

Ecco come si può essere mamme, anche se si è affette da malattie al cuore

“Nella maggior parte delle cardiopatie – spiega la dott.ssa Patrizia Presbitero, responsabile dell’Unità Operativa di Emodinamica e Cardiologia Interventistica di Humanitas – grazie alle più moderne tecniche quali la valvuloplastica aortica o mitralica, l’angioplastica coronarica e la cardiochirurgia, è possibile portare avanti una gravidanza, senza gravi conseguenze per il feto e la madre, secondo parametri, modalità e tempi ben precisi. In base a quanto emerge dallo studio che abbiamo presentato è oggi possibile rassicurare le pazienti cardiopatiche, costrette fino a pochi anni fa a rinunciare in partenza alla gravidanza o ad interromperla nel caso in cui quest’ultima fosse già in corso. Definire queste linee guida è stato perciò fondamentale, poiché esse si basano su ricerche cliniche e sul consenso di esperti”.

Quali sono le donne più colpite dalle patologie cardiovascolari e come affrontare la gravidanza

Nei Paesi europei la percentuale di donne colpite da malattie cardiache congenite è dell’0,8%, mentre è oggi diminuita notevolmente la percentuale di valvulopatie reumatiche (intorno all’1%). La fascia di popolazione femminile che ha figli intorno ai quarant’anni e che fuma è invece molto salita nei Paesi occidentali, con conseguente aumento di cardiopatie ischemiche e di ipertensione in gravidanza; si tratta del 6-8% di tutte le gravidanze. In base a quanto emerso dal convegno, il parto spontaneo, anche per le donne affette da patologie cardiovascolari, è ritenuto la modalità consigliabile. “Tuttavia, anche se migliore, il parto naturale è pur sempre un evento improvviso – spiega la dott.ssa Presbitero – difficile quindi da attuare in casi come questi, che richiedono, invece, la presenza di un’équipe medica preparata e attrezzata adeguatamente al fine di far fronte all’insorgere di eventuali complicanze. Motivo per cui consiglio in genere alle pazienti con cardiopatie di una certa importanza di rivolgersi a strutture idonee”. Rimangono, invece, poche malattie cardiovascolari da considerasi ancora pericolose per la vita della madre o del feto, per le quali è sconsigliabile quindi affrontare una gravidanza: l’ipertensione polmonare, le cardiopatie con scompenso, la sindrome di Marfan con grave dilatazione della aorta ascendente, le cardiopatie cianogene e le ostruzioni molto gravi delle valvole cardiache.

“Nei prossimi mesi – spiega la dott.ssa Presbitero – sarà avviato un dibattito nelle comunità mediche di vari paesi dell’Unione Europea per offrire un’opportunità anche alle donne cardiopatiche di affrontare la gravidanza. Il confronto è dunque indispensabile, affinché i medici possano essere guidati adeguatamente nel seguire queste pazienti in questo bellissimo, ma molto delicato, periodo della loro vita”.

A cura della Redazione

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