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Il mistero svelato della morte in culla

22/10/2002

Un congresso internazionale e tre importanti ricerche cliniche proiettano nuova luce su uno dei più drammatici misteri della medicina moderna: la morte improvvisa del neonato, anche nota con la sigla SIDS (Sudden Infant Death Syndrome), che inspiegabilmente colpisce circa un neonato su 1.000 – ovvero in Italia 500 ogni anno – entro il primo anno di vita.

Prima causa di morte
Nei paesi industrializzati è la prima causa di morte per i piccoli di età compresa tra un mese e un anno: è particolarmente frequente fra i 2 e i 4 mesi, e colpisce sei volte su dieci i maschi, di giorno come di notte, in culla ma anche nel passeggino, nel seggiolino della macchina o in braccio ai genitori.
Su questo tema si sono confrontati specialisti da tutto il mondo confluiti a Firenze per la settima conferenza mondiale sulla SIDS. Due nuove ricerche apparse in ottobre su riviste scientifiche hanno spazzato via i dubbi residui circa la grande efficacia delle raccomandazioni in uso negli ultimi anni e l’opportunità di approfondire le ricerche sul possibile nesso esistente tra la SIDS e alcuni disturbi di origine cardiaca.

Uno studio americano
Un gruppo di ricercatori americani ha studiato attentamente la storia clinica di 260 neonati morti di SIDS a Chicago tra il 1993 e il 1996, confrontandola con quella di altrettanti neonati sani, di pari età, origini etniche e peso alla nascita. Ne è scaturita con estrema chiarezza la relazione tra la posizione nel sonno e il rischio di morte improvvisa: “Altri studi avevano collegato il sonno a pancia sotto con la sindrome della morte in culla, e quindi suggerito l’utilità di far dormire il neonato sulla schiena, ma questo è lo studio più ampio e completo mai eseguito” ha spiegato Duane Alexander, direttore del National Institute for Child Health and Human Development che ha finanziato la ricerca pubblicata sul prestigioso mensile ‘Pediatrics’. “Dato che i bambini selezionati facevano parte di categorie a rischio, le prove raccolte sono ancor più schiaccianti”.

Dormire sulla schiena
Già a partire dagli anni ’90 l’avvio delle campagne di informazione e prevenzione ha permesso in molti Paesi di diffondere sane abitudini, in primis quella di mettere i bimbi a dormire sulla schiena senza cuscino, e così da ridurre il numero dei decessi. Negli Stati Uniti, per esempio, la campagna ‘Back to sleep’ (“a nanna sulla schiena”) ha fatto scendere in pochi anni la percentuale di bambini messi a dormire a pancia sotto dal 70 per cento a meno del 20 per cento: contemporaneamente, l’incidenza della sindrome è diminuita del 40 per cento, passando da 1,3 a 0,8 casi ogni mille nati vivi.

Ricerche italiane
Se l’efficacia delle misure di prevenzione è dunque ormai assodata, sul fronte delle cause regna ancora l’incertezza, anche se sono sempre più numerosi gli indizi che puntano il dito in direzione del cuore. Una ricerca canadese appena pubblicata su Journal of Pediatrics ha rianalizzato le autopsie condotte su quasi 850 neonati morti inspiegabilmente in culla tra il 1987 e il 1999 osservando che circa in un caso su 10 è possibile riscontrare un difetto cardiaco strutturale, sfuggito alle visite e alla prima autopsia.
Questo risultato conferma i dati raccolti in varie ricerche italiane, condotte da Peter Schwartz del Dipartimento di cardiologia del Policlinico San Matteo di Pavia , che ha scoperto che in una quota importante (25-30 per cento circa) dei casi di SIDS è possibile osservare una specifica anomalia dell’elettrocardiogramma, chiamata sindrome del QT lungo.
Proprio per confermare questi sospetti, è recentemente partita in Italia una sperimentazione che intende valutare l’utilità di sottoporre tutti i nuovi nati a due elettrocardiogrammi nelle prime settimane di vita. Nella speranza dei ricercatori, gli esami dovrebbero contribuire, insieme a una più capillare diffusione delle raccomandazioni su come far dormire il neonato, a ridurre ulteriormente il tasso di incidenza della SIDS, che in Italia appare ancora più alto della media dei paesi industrializzati.

Per i neonati è meglio

– Dormire sulla schiena, su un materasso abbastanza rigido e senza cuscino

– Non respirare fumo passivo (né in gravidanza né dopo la nascita)

– Non avere troppo caldo: la temperatura ambientale ideale è 18-20 °C (se il neonato ha la febbre alta può essere utile semmai coprirlo meno del solito, non di più)

– Essere allattati al seno

Link per approfondire:
Associazione Semi per la SIDS

A cura di Fabio Turone

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