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USA: un nuovo farmaco per la cura dell’epatite C

22/01/2002

New York – In seguito ai significativi risultati ottenuti nel trattamento dell’Aids, dove per combattere il virus H.I.V. si utilizzano farmaci inibitori della proteasi, molte case farmaceutiche hanno provato a sviluppare farmaci analoghi per la cura dell’epatite C. E’ stato dimostrato che inibendo l’enzima proteasi, il quale è necessario alla replicazione dei virus, si può bloccare l’infezione. La speranza è che si possa procedere alla sperimentazione sui pazienti dall’anno prossimo.

Sono circa quattro milioni gli americani che sono stati colpiti dal virus dell’epatite C, trasmesso da sangue infetto o da aghi, in Italia il 3-4% della popolazione italiana è infettata da HCV. Si tratta di un virus pericoloso soprattutto perché, se non curato, può portare a conseguenze gravi come la cirrosi epatica e il cancro al fegato. La ricerca si sta muovendo in una duplice direzione: nuovi farmaci per curare chi è già colpito dal virus e un vaccino per prevenire il contagio.

Per quanto riguarda i farmaci, sino ad oggi il principale trattamento utilizzato prevede l’uso combinato di due sostanze, l’alfa interferone e la ribavirina, che agiscono stimolando il sistema immunitario ad attaccare il virus. Ma questi farmaci funzionano solo nella metà dei casi, per questo motivo la ricerca ha sviluppato una medicina in grado di attaccare il virus direttamente. Il farmaco potrà essere presa per via orale.

“L’annuncio attraverso il New York Times da parte di due case farmaceutiche statunitensi (Vertex e Lilly) di essere prossime alla sperimentazione clinica di un nuovo farmaco per la terapia dell’infezione cronica da virus C dell’epatite è estremamente interessante ma merita alcune considerazioni per non generare false speranze prima del conseguimento di risultati positivi certi – spiega il dott. Maurizio Tommasini, responsabile di Medicina Generale e di Epatologia di Humanitas”.

“A questa famiglia di farmaci – gli antielicasi o inibitori delle proteasi – capaci di inibire la replicazione virale – spiega il dott. Tommasini – appartengono alcune molecole utilizzate da alcuni anni con buon successo nella terapia dell’infezione da HIV. Nel caso del virus del AIDS questi farmaci debbono essere usati in associazione ad altri farmaci e sono in grado di bloccare l’infezione e non di eradicarla. Bisogna anche ricordare che queste molecole sono specifiche di un singolo virus e quindi la notizia di questi giorni informa dell’avanzata fase di ricerca preclinica di una molecola efficace contro il virus C. In questo campo molte case farmaceutiche stanno lavorando da anni trovando un ostacolo nell’elevata tossicità di queste sostanze. La Vertex e la Lilly si dicono pronte alla sperimentazione clinica per il 2003. Questo mi fa presupporre che tali problemi siano stati superati. Non si può quindi che rimanere in fiduciosa attesa, ragionevolmente due anni dall’inizio della fase clinica, per sapere quale ruolo questi farmaci avranno nella difficile lotta contro il virus dell’epatite C, soprattutto per l’elevato numero di pazienti che non hanno risposto alle terapia oggi disponibili”.

a cura di Alfredo Berisso
(ha collaborato Lucia Giaculli)

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