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Obesità infantile, Oms: 41 milioni di bambini hanno problemi di peso

27/01/2016

Numeri preoccupanti sull’obesità infantile. Nel mondo sono ben 41 milioni i bambini con meno di 5 anni di età obesi o sovrappeso, in aumento soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito. Sono i dati resi noti dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità.

Dopo due anni di ricerca su oltre 100 Paesi, la Commissione Echo ha consegnato all’Oms il dossier finale su obesità e sovrappeso infantili. Dai 31 milioni del 1990 il numero di bambini non normopeso è salito a 41 milioni; in percentuale si è passati dal 4,8 al 6,1%. La situazione più allarmante riguarda Asia e Africa. Nel 2014 quasi la metà di tutti i bambini obesi e sovrappeso vive in Asia e un quarto in Africa dove il numero di bimbi obesi o sovrappeso, dal ’90, è addirittura raddoppiato. In questi Paesi l’obesità sta diventando un “incubo” secondo il copresidente della commissione Peter Gluckman.

“Il messaggio che questo report lancia è che non è colpa dei bambini”, ha detto Gluckman alla stampa. Molti bambini stanno crescendo in ambienti che incoraggiano l’aumento di peso dietro la spinta dell’urbanizzazione e della globalizzazione. Colpa anche del consumo di prodotti poco salutari e bevande non alcoliche, una delle cause principali del significativo aumento del numero di bambini fuori peso norma.

(Per approfondire leggi qui: Obesità, 1 milione di casi in meno con meno zuccheri nelle bevande)

«Il problema è che l’obesità sta arrivando a colpire popolazioni che nella loro memoria genetica non hanno né la disponibilità di cibo in genere né tanto meno quella di “cibo spazzatura”, cosa cui purtroppo noi occidentali siamo più abituati. E Asia e Africa stanno pagando questa cosa con una percentuale di diabete drammatica. In ogni modo, se proprio di colpe dobbiamo parlare, semmai si tratta di coinvolgere i genitori, meglio i governi», dice il dottor Giuseppe Marinari, responsabile di Chirurgia bariatrica dell’ospedale Humanitas.

L’Oms ha proposto ai governi 6 raccomandazioni per far fronte all’emergenza obesità:

  • Promuovere il consumo di cibo sano: definire programmi che abbiano questo obiettivo e che riducano l’apporto di cibo poco salutare, con misure come la tassazione delle bevande zuccherate, ad esempio. «Utile anche ridurre le porzioni in vendita delle bibite a basso prezzo: in pratica eliminare le confezioni superiori al mezzo litro», aggiunge il dottor Marinari.
  • Promuovere l’attività fisica e contrastare la sedentarietà
  • Attenzione a concepimento e gravidanze. Integrare e rafforzare le raccomandazioni sanitarie specifiche per prevenire le malattie non trasmissibili; ridurre il rischio di obesità infantile prevenendo complicazioni in gravidanza o che il peso alla nascita sia minore o maggiore della norma. È importante «combattere l’aumento di peso in gravidanza. Esiste ormai l’evidenza dell’epigenetica: se la madre prende peso in gravidanza “abituerà” il corpo del bambino a vivere con alti livelli di insulina e questo si tradurrà in aumento di peso obbligatorio per il feto prima e per il neonato poi. In gravidanza non si deve aumentare di peso oltre i limiti suggeriti dai ginecologi», spiega lo specialista.

(Per approfondire leggi qui: Obesità e sovrappeso, 9 sane abitudini per evitare l’aumento di peso)

  • Buone abitudini sin dall’infanzia: mangiare sano, dormire bene e fare attività fisica. Assicurare una crescita appropriata dei bambini con l’allattamento materno prima e con una dieta equilibrata poi (limitare il consumo di cibi ad alto contenuto di grassi, sale e zuccheri, ad esempio).
  • Promuovere la scuola come ambiente sano: definire standard nutrizionali per i pasti scolastici, eliminare la vendita di cibi poco salutari, ad esempio
  • Gestire correttamente e tenere sotto controllo il peso corporeo tramite dei servizi specifici

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