Dolore soprattutto al risveglio e dopo affaticamento, ingrossamento del tendine e arrossamento: i sintomi di un cattivo stato di salute del tendine di Achille non vanno mai sottovalutati, anche se sono di lieve entità e non provocano poi tanto fastidio, perché possono essere il segno dell’esordio di una tendinopatia, un disturbo che può nascondere non poche insidie. Il consiglio arriva dalla dr.ssa M. Cristina d’Agostino, specialista ortopedico e responsabile del Centro Terapia Onde d’Urto dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano): “E’ bene prestare sempre attenzione e non sottovalutare i sintomi di un cattivo stato di salute del tendine d’Achille, perché i disturbi che ne possono derivare possono essere importanti, dalla tendinopatia fino ad arrivare alla rottura“.
I tendini sono strutture anatomiche con una funzione biomeccanica fondamentale: trasferiscono la forza della contrazione muscolare alle ossa, che rappresentano – in un ideale modello meccanico del corpo umano – le leve del movimento. “Dal punto di vista anatomico e funzionale, il ruolo del tendine di Achille è fondamentale: è per questo che risente molto di traumi di carattere biomeccanico, così come di patologie di carattere sistemico che possono influire sul suo stato di benessere – spiega la dr.ssa d’Agostino – . Questo tendine si trova in una posizione tanto strategica, quanto delicata: attraversa due articolazioni (la tibio-tarsica e la sotto-astragalica), non è “protetto” da muscoli, quindi l’apporto di sangue è ridotto, e consente alcune delle azioni più importanti del nostro corpo come la deambulazione, la corsa e i salti. Inoltre è il tendine che sopporta i maggiori carichi e forze”.
Attenzione anche ai movimenti banali
In alcuni casi estremi questo tendine può andare incontro a rottura spontanea anche per traumi di lieve entità sia per sollecitazioni continue che creano microlesioni ripetute, sia anche a causa di patologie correlate che possono indebolire anche il tendine stesso. Molto spesso, però, le rotture a cui va incontro sono provocate da movimenti perlopiù banali. “Talora a seguito di un movimento brusco, anche se non particolarmente traumatico, il paziente avverte un dolore acuto e improvviso (non a caso definito “sciabolata”), provocato dalla lacerazione o rottura del tendine. Ma perché questo accade? Questo capita perché il tendine era già indebolito nella sua struttura, e talora la sintomatologia dell’indebolimento non viene sufficientemente considerata – spiega d’Agostino -. In alcuni casi sembra poi vi sia una certa predisposizione soggettiva ad ammalarsi di tendinopatia, ma ancora la scienza non ci ha chiarito tutto in merito. Il consiglio è dunque quello di non sottovalutare mai i sintomi di malessere di questo tendine – come dolore, arrossamento e ingrossamento – perché gli infortuni che ne possono derivare possono essere anche importanti. E ciò è ancor più importante se si considera che spesso i tendini che poi si rompono spontaneamente non danno grande sintomatologia dolorosa, ma presentavano magari solo un’alterata morfologia”.
“E’ bene però precisare – prosegue la specialista – che non tutti i tendini d’Achille malati vanno incontro a rottura. Nella maggior parte dei casi su una sofferenza iniziale si instaura una tendinopatia, ovvero un processo degenerativo infiammatorio cronico, comunque suscettibile di terapia (da quella conservativa, fino ai casi che necessitano della chirurgia), anche se talora di lunga risoluzione. E’ importante quindi non sottovalutare dolore e tumefazione a livello del tendine d’Achille, non tanto perché potrebbe essere la spia di una possibile rottura, evento fortunatamente non così frequente, bensì l’inizio di una tendinopatia che, se ben curata fin dal suo esordio può essere recuperata mentre, se viene trascurata, può nascondere diverse insidie”.
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