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Benessere

Tendine d’Achille, e se si rompe?

20/08/2013

 

L’ultimo infortunio noto è quello di Javier Zanetti: la rottura del tendine d’Achille ha causato al capitano dell’Inter un lungo stop. Ma che cos’è il tendine d’Achille e che cosa succede se si rompe? Ne parliamo con il dottor Leonardo Maradei, Responsabile di Ortopedia del Piede e Chirurgia Mininvasiva in Humanitas.

Che cosa può succedere al tendine d’Achille?

«Il tendine d’Achille è una struttura di grosse dimensioni che collega i muscoli del polpaccio al tallone e sostiene la parte posteriore del piede. È molto resistente, ma può essere oggetto di infortuni e patologie. Le cause possono essere diverse, traumatiche e non. Malattie metaboliche, allenamenti inappropriati, un suo uso esasperato senza la corretta preparazione e sovraccarichi funzionali, come continue corse in salita, sono le cause non traumatiche più frequenti».

In quali sport è più frequente la rottura del tendine d’Achille

«Gli infortuni di tipo traumatico sono più comuni negli sport da contatto (rugby, calcio) e in quelli che prevedono stacco da terra e cambi veloci di direzione (pallacanestro, pallavolo, tennis, corsa). Possono dunque aversi tendinosi o tendiniti inserzionali (a livello dell’inserzione del tendine sul calcagno) e non inserzionali fino alla rottura sottocutanea parziale o totale del tendine che spesso richiede intervento chirurgico. La patologia si manifesta con dolore molto intenso, soprattutto sotto sforzo, che tende ad alleviarsi con il riposo».

Come si interviene in caso di trauma?

«In caso di infortunio è consigliabile applicare del ghiaccio immediatamente e astenersi dall’attività fisica. La terapia migliore è poi lo stretching, cura fisiatrica fondamentale, cui spesso si affiancano terapie antinfiammatorie (onde d’urto, tecar, ultrasuoni) e lo scarico del tendine mediante l’uso di un rialzo di 2 centimetri all’interno della scarpa sul tacco. Le tendiniti e le tendinosi hanno tempi di guarigione molto lunghi e anche nel caso in cui si ricorra all’intervento chirurgico la ripresa richiede comunque diversi mesi».

 

A cura di Valeria Leone

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