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L’attività fisica come un gioco, così se ne può fare di più?

05/03/2018

Punti da guadagnare, livelli da scalare, premi da vincere. Organizzare l’attività fisica come un gioco, secondo la pratica della gamification, traducibile come ludicizzazione, potrebbe indurre gli individui a muoversi di più. È quanto emerge da una ricerca pubblicata su JAMA Internal Medicine.

La ricerca

La gamification, ovvero l’utilizzo di elementi tipici dei giochi in contesti esterni, è una pratica che si sta diffondendo anche nell’ambito della salute anche grazie alla disponibilità di strumenti digitali e software come le app per monitorare i livelli di attività fisica. Gli autori di questa ricerca, provenienti, tra gli altri centri, dalla University of Pennsylvania di Philadelphia e dalla Boston University (Stati Uniti) hanno valutato gli effetti di un intervento di gamification sull’attività fisica di novantaquattro famiglie.

Allo studio hanno partecipato duecento adulti seguiti per ventiquattro settimane (di età media pari a cinquantacinque anni; poco più della metà donne). Tutti erano stati dotati di un braccialetto elettronico o di un’app per smartphone per monitorare i livelli di attività fisica misurata attraverso il numero di passi. All’inizio dello studio hanno definito un punto di partenza e si sono posti degli obiettivi da raggiungere giorno dopo giorno.

I risultati

I partecipanti del gruppo “game”, circa la metà della popolazione coinvolta, venivano aggiornati via mail o via SMS sui progressi raggiunti. Questi, a differenza degli altri partecipanti, potevano guadagnare punti e salire di livello. Ciascuna famiglia iniziava ogni settimana con settanta punti a disposizione. Ogni giorno venivano informate su quale membro fosse stato scelto per rappresentare il loro team. Se il team non riusciva a raggiungere l’obiettivo perdeva dieci punti ma se finiva la settimana con almeno 50 punti residui sarebbe comunque avanzato di livello.

All’inizio dello studio il gruppo “game” aveva fatto segnare 7.244 e l’altro gruppo 7.662 passi. Nelle dodici settimane i primi hanno incrementato il loro livello di attività fisica più dell’altro gruppo (1.661 vs 636), facendo segnare oltre 1,6 km al giorno in più. Nelle restanti settimane il livello di attività fisica si era ridotto ma comunque si manteneva a un livello maggiore del gruppo di controllo.

L’uso della tecnologia, l’aspetto ludico e un pizzico di competizione lavorano tutti sullo stesso aspetto. É quello della motivazione, la leva per far fare attività fisica o aumentarne la “dose”. Attenzione però a non fare troppo affidamento su strumenti tecnologici come un’applicazione o un braccialetto elettronico. Questi non devono essere visti come degli strumenti “magici” anche perché ci può essere il rischio di doverne interrompere l’utilizzo.

Lo studio stesso ha indicato una riduzione dei livelli di attività fisica una volta dismessi questi strumenti. La motivazione dev’essere sempre associata all’obiettivo che si vuole raggiungere facendo attività fisica e alla comprensione dei benefici che ne derivano sui diversi aspetti del proprio benessere.

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