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Intestino e digestione

Reflusso gastroesofageo, anche l’attività fisica può scatenarlo

22/01/2018

L’esercizio fisico è fondamentale per la salute di tutti e a tutte le età, una risorsa da modulare a seconda delle proprie condizioni. I suoi benefici sono molteplici, anche per l’apparato gastrointestinale. Ma proprio per questo, in alcuni casi, l’attività fisica può avere un effetto non sempre positivo. Parliamo del reflusso gastroesofageo, che può trovare nel movimento sia un alleato che un fattore scatenante. Ne parliamo con gli specialisti di Humanitas.

Acidi e bruciore

Il reflusso gastroesofageo è uno dei disturbi più diffusi nella popolazione generale. Il bruciore in gola, l’acidità, il dolore al petto, persino la tosse possono segnalare questa affezione. Tutta colpa dei liquidi frutto del processo digestivo che, dallo stomaco, risalgono verso l’esofago irritandone le pareti.

La correlazione con lo stile di vita è molto stretta. Alcuni comportamenti possono indurre il reflusso o aggravarne i sintomi e, per converso, la correzione di alcune abitudini può alleviarli, a cominciare dalla perdita di peso. Il sovrappeso e l’obesità possono favorire il reflusso, così come l’assunzione di cibi molto grassi, di cioccolato, bevande contenenti caffeina, cibi più “acidi” come il pomodoro. Anche l’assuefazione al fumo di sigaretta può indurre questo disturbo, così come lo stress e masticare di frequente chewing-gum.

 

Sport e stomaco

E l’attività fisica che relazione ha con il reflusso? L’associazione è ambivalente, come ha suggerito anche la ricerca scientifica. Uno studio del 2004 realizzato dal Karolinska Hospital di Stoccolma e pubblicato su Gut 2004 ha concluso nei termini di un’associazione positiva: l’esercizio fisico può proteggere dall’insorgenza del reflusso, così come l’apporto di fibre.

Da un’altro studio, condotto su un numero più ampio di individui, poco meno di cinquemila, e pubblicato su World Journal of Gastroenterology nel 2012, è emerso come il movimento possa ridurre il rischio di reflusso gastro-esofageo nelle persone obese. Dati in senso opposto sono stati riportati da uno studio pubblicato nel 2009 su Clinical Journal of Sport Medicine che ha suggerito una maggiore incidenza del disturbo nei soggetti che praticavano surf, ipotizzando che i movimenti fatti a pancia in giù potessero stimolare il reflusso.

Guardando ai fattori associati al reflusso è intuitivo pensare come l’esercizio fisico possa dare giovamento. Lo sport, unito a un’alimentazione sana, aiuta nel controllo del peso corporeo e rappresenta anche un possibile antidoto contro lo stress. Una regolare attività fisica aiuta a bruciare le calorie in eccesso e a combattere l’obesità, riducendo quindi il rischio di manifestare i sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE). Allo stesso tempo però è stato dimostrato che la MRGE si manifesta più frequentemente durante l’esercizio fisico piuttosto che durante il riposo. Inoltre, sembra che i sintomi siano direttamente proporzionali all’intensità e al tipo di esercizio svolto.

L’esercizio fisico aumenta quindi il reflusso gastroesofageo, ma è importante sapere che mentre il reflusso (misurato con la PH-impedenziometria, un’apparecchiature specifica) può essere ben controllato dall’utilizzo di inibitori di pompa protonica, i sintomi possono permanere nonostante la terapia, probabilmente perché non tutti i sintomi che i pazienti manifestano sono correlati al reflusso acido.

Che tipo di attività fisica?

Movimenti come i salti e quelli che possono aumentare la pressione addominale possono scatenare il reflusso. È stato dimostrato che il reflusso gastro-esofageo durante l’attività fisica è causato da un aumento della pressione intraddominale, da un’alterazione della motilità esofagea durante l’esercizio (ridotta clearance esofagea) e, in particolare, da un aumento dei transitori rilasciamenti dello sfintere esofageo inferiore. Alcuni esercizi, come la corsa o il sollevamento pesi, possono intervenire su questi meccanismi e peggiorare i sintomi nei pazienti affetti da MRGE, mentre una ginnastica aerobica può essere ben tollerata dai pazienti che soffrono di questa patologia. In ogni caso, chi soffre di questo problema può utilizzare farmaci antisecretivi per ridurre l’acidità gastrica e alleviare i sintomi.

Inoltre studi scientifici mostrato che alcuni accorgimenti, come una passeggiata dopo i pasti o andare a letto dopo tre ore dalla cena, possono ridurre questi problemi, così come masticare una chewing gum dopo il pasto. La chewing gum, infatti, sembra peggiorare il reflusso lontano dai pasti, ma può ridurlo subito dopo il pasto, aumentando la motilità, e quindi lo svuotamento, dell’esofago.

Un’attività fisica senza problemi

Fare attività fisica subito dopo mangiato è sicuramente un fattore di rischio, ma la presenza dei sintomi da MRGE dipende anche dal tipo di alimenti assunti. Sembrerebbe infatti che un pasto ricco di carboidrati peggiori il reflusso da esercizio fisico post-prandiale. Il consiglio è quindi quello di non andare in palestra subito dopo mangiato, cioè di non allenarsi a stomaco pieno, di non assumere pasti ricchi di carboidrati e di non eseguire una intensa attività sportiva se si hanno questi disturbi e, se necessario, di utilizzare terapie specifiche, piuttosto che rinunciare alla attività fisica.

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