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Sedentarietà, ogni occasione è buona per combatterla

04/06/2015

Sedentarietà, combattiamola! Spesso l’esercizio fisico viene paragonato a un farmaco, con dosaggi, effetti e somministrazione ben definiti. È uno strumento utile sia per il trattamento di alcuni disturbi che per la prevenzione. La sedentarietà, infatti, può aumentare il rischio di insorgenza di diverse malattie. Ma nella prospettiva della lotta alla sedentarietà bisogna considerare anche il resto del tempo che ognuno ha a disposizione, non solo quello dedicato all’attività fisica strutturata. Ogni momento della giornata può essere il momento giusto per muoversi.

Se si va a fare sport il tardo pomeriggio, per un’ora, ma poi il resto della giornata si sta sempre seduti e magari si mangia anche male, non si sta seguendo uno stile di vita del tutto corretto. Paradossalmente sarebbe preferibile che una persona non facesse sport regolarmente ma che mangiasse in maniera equilibrata e che non sprecasse alcuna occasione per stare in movimento. Quali consigli seguire, allora? All’ascensore, se possibile, è meglio preferire le scale; in metropolitana non mi metto in coda sulle scale mobili ma mi incammino a piedi; parcheggio non proprio sotto casa o sotto il luogo di lavoro ma un po’ più lontano per camminare un po’; se rispondo al cellulare, mi alzo e non resto seduto a lungo: tutti possono trovare più volte nell’arco della giornata dieci minuti per camminare.

 

Non solo esercizio fisico: per la prevenzione, è necessario mangiare sano

Pertanto si possono distinguere due diversi piani per combattere la pigrizia, quello dell’attività fisica regolare (esercizio strutturato), magari quotidiana, e quello del movimento occasionale e ripetuto da adottare come buona pratica. I due piani comunicano tra loro dal momento che chi è meno sedentario è più propenso a dedicare del tempo all’attività fisica strutturata. Ma non basta. Non essere sedentari non è sufficiente per perdere peso e star bene in salute: fondamentale è anche l’alimentazione, come si diceva prima. La prevenzione deve essere completa. Lo conferma un recente editoriale del British Medical Journal secondo cui da sola l’attività fisica non può contrastare l’obesità o il sovrappeso se una persona segue una dieta squilibrata e ricca di zuccheri.

L’Academy of Medical Royal Colleges ha proposto di definire una nuova patologia: la sindrome della morte da sedentarietà. Secondo l’istituto inglese, 30 minuti di attività fisica al giorno, per cinque volte alla settimana, sono una benedizione: il rischio di sviluppare demenza cognitiva può essere abbattuto fino al 30%, così come l’ictus, mentre quello del tumore al seno fino al 25% e quello dei disturbi cardiaci addirittura fino al 40%. La sedentarietà ha dunque un profilo patologico? Certamente sì e non solo perché è associata all’incremento di peso. La sedentarietà è ciò che in ultima analisi porta a patologie di diversa natura, dai disturbi cardiovascolari a quelli del metabolismo, perché ha effetti di diversa natura sull’organismo.

 

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