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Vivere il tifo con passione può far vivere meglio?

05/09/2014

A pochi giorni dall’inizio del campionato di calcio, il tifo sportivo è in grado di generare in noi emozioni e passioni forti e coinvolgenti.

Non a caso, “tifo” deriva dal termine greco typhos (vapore) e dal verbo typhein, ardere, mandare fumo, nell’accezione di offuscare i sensi. E sappiamo come non sia importante essere dei veri tifosi da stadio, seguire una squadra di serie A, serie B o la Nazionale, per “entrare in partita” e vivere una tensione che oscilla tra ansia, euforia, gioia, paura, rabbia, tristezza.

Possiamo sperimentare anche forme di identificazione, che letteralmente comportano il mettersi nei panni del Balotelli di turno, essere l’allenatore in panchina, comprenderne le emozioni dalle espressioni del viso, riuscire ad anticiparne le scelte.

 

Il tifo, la “malattia che dà febbre alta”

Interessante affrontare l’argomento con la dottoressa Pamela Franchi, psicologa di Humanitas Mater Domini di Castellanza.

«Quando il tifo è metaforicamente “la malattia che dà febbre alta e continua, accompagnata da delirio e intorpidimento cerebrale, ci appare immediatamente la possibilità di perdere il controllo, abbandonandoci a comportamenti negativi, purtroppo caratterizzati dall’esplosione di rabbia e violenza. La psicologia può invece aiutarci a imparare a modulare e gestire le risposte emotive in modo più adeguato al contesto», spiega la specialista.

Un altro aspetto del tifo riguarda il lato della socialità: il bisogno di appartenenza e di affiliazione è primario per lo sviluppo della psiche umana e il tifo sportivo, tanto più per la propria squadra del cuore, risponde a questo tipo di spinta.

Il tifo ci fa sentire partecipi, partecipare aumenta il senso di comunità rispondendo al bisogno di sicurezza emotiva e facendo stringere legami di amicizia. Ed è così che durante i weekend non si riuniscono solo le famiglie: le porte si aprono, i bar si riempiono, quando si vince la festa continua anche in strada; la gente anonima diventa gruppo, un tutt’uno con la propria squadra del cuore!

 

Imparare a gestire le emozioni

«Viviamo il tifo con partecipazione, allarghiamo le amicizie aprendo la porta di casa, emozioniamoci, ma impariamo anche a gestire le emozioni in particolare l’aggressività e la rabbia, così la passione per la squadra potrà farci vivere meglio», questo il consiglio della dottoressa Franchi.

 

 

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