Nutrizione

Diabete: quale frutta mangiare e quale evitare

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Quando si parla di diabete e frutta, le opinioni possono essere contrastanti. Si sa che la frutta contiene zuccheri, quindi potrebbe essere lecito pensare che la sua assunzione sia sconsigliata alle persone con glicemia alta. Ma è davvero così?

La frutta è una componente fondamentale di una dieta equilibrata e sana, inclusa per chi soffre di diabete. Non ci sono frutti specificamente proibiti, ma è importante monitorare le porzioni consumate per non influenzare negativamente l’indice glicemico.

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Elisabetta Macorsini, biologa e nutrizionista di Humanitas Mater Domini e dei centri medici Humanitas Medical Care.

Glicemia alta: quale frutta evitare o limitare?

È importante fare attenzione all’assunzione di frutti con un alto contenuto di zuccheri, come l’uva, i fichi, i cachi e le banane, poiché sono ricchi di fruttosio e possono influenzare l’incremento della glicemia. Ciò non significa eliminarli completamente dalla dieta, ma moderarne il consumo, possibilmente limitandolo a una volta a settimana e riducendo le porzioni. Si raccomanda di non superare i 150 grammi di carboidrati per porzione di frutta.

È consigliabile moderare anche il consumo di frutta cotta, candita o essiccata, perché la perdita di acqua durante la cottura o la disidratazione aumenta la concentrazione di fruttosio.

Invece, sarebbe preferibile evitare le spremute e i succhi di frutta industriali, che spesso contengono zuccheri aggiunti.

Quale frutta preferire in caso di diabete?

A seconda della stagionalità, si possono selezionare diversi tipi di frutta. Ad esempio, in autunno, i “frutta a guscio” come noci e mandorle, e i frutti di bosco, sono particolarmente consigliati per chi deve monitorare la glicemia, poiché non causano un rialzo significativo dei livelli di zucchero nel sangue.

Anche la frutta fresca come mele, pere, nespole, lamponi, fragole, ciliegie, albicocche, arance, pesche e mandarini è permessa, purché la buccia sia accuratamente lavata e le quantità siano moderate. È importante ricordare che il fruttosio viene metabolizzato in modo simile ai grassi, pertanto può portare ad un aumento dei trigliceridi.

Un altro suggerimento è quello di consumare la frutta due ore dopo i pasti per non influenzare eccessivamente il carico glicemico. Inoltre, abbinare la frutta a un pezzetto di pane integrale o a semi oleosi come le mandorle può aiutare a rallentare l’assorbimento degli zuccheri contenuti nella frutta.