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Salute della donna

Tendinopatia glutea: il dolore “più rosa” che non passa con il riposo

21/11/2019

Si chiama tendinopatia glutea, o entesopatia glutea, il dolore a livello del trocantere che colpisce soprattutto le donne, sportive e non, dopo i 40 anni. «Si tratta di una patologia che può colpire allo stesso modo sia le runner, sia le donne sedentarie – spiega la dott.ssa Lara Castagnetti, specialista in Riabilitazione Ortopedica e Osteopatia dell’Istituto Humanitas -, ma anche donne sportive che, dopo i 40 anni, praticano sport da endurance come il triathlon, o che non praticano attività fisica in modo regolare. Specie nelle atlete, il riposo è controindicato, mentre un adeguato rinforzo muscolare, in associazione alle onde d’urto, aiuta a ridurre il dolore e risolve il sovraccarico tendineo alla base della tendinopatia glutea. Un tempo confusa per una patologia infiammatoria e spesso diagnosticata come borsite trocanterica, si tratta invece di una patologia tendinea non infiammatoria che può coesistere con l’infiammazione della borsa trocanterica che si può sviluppare a seguito della tendinopatia glutea».

Tendinopatia glutea: le posizioni che “fanno male”

«La causa della tendinopatia glutea è un’eccessiva stimolazione in adduzione dell’anca, in associazione a fattori muscolari e ossei – continua l’esperta -. Il segno clinico tipico di questa patologia è il dolore alla palpazione in sede trocanterica, proprio lateralmente alla testa femorale. Il dolore è paragonabile a quello dell’ultima fase dell’artrosi dell’anca, la più invalidante. Infatti, come nell’artrosi, il dolore da tendinopatia glutea riduce la capacità di muoversi e sollevare pesi, come la borsa della spesa, per esempio, è presente anche di notte, e riduce la qualità di vita della paziente. Proprio come nell’artrosi dell’anca, passare da una posizione seduta a in piedi, specie quando si resta per più di 90 minuti seduti in auto o su una poltrona bassa, può risultare difficile e doloroso. Alcune posizioni ed esercizi che provocano un sovraccarico sulle strutture tendinee dell’anca, aumentano il rischio di sviluppare il dolore laterale, come gli esercizi dinamici o di stabilità che richiedono di stare su una gamba, oppure stare seduti con le ginocchia unite o a gambe incrociate in adduzione come nella posizione yoga chiamata “loto”, oppure correre seguendo una linea disegnata a terra come su un binario. Anche una scorretta tecnica di corsa, però, può causare la tendinopatia».

Dolore anca: cosa fare?

A seconda del tipo di dolore, strutture interessate e della risposta alle terapie, le strategie possono variare, ma è consigliabile evitare il riposo. «Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia della terapia conservativa con esercizi di riabilitazione specifici – dice la dott.ssa Castagnetti -. In particolare, sono risultati efficaci esercizi di rinforzo del muscolo piriforme (uno dei muscoli esterni dell’anca), effettuati sotto la guida di personale esperto, specie nelle prime fasi della riabilitazione. Le donne sportive, inoltre, dovrebbero continuare l’attività fisica, evitando il riposo completo, dannoso per i tendini, perchè aumenta il rischio di “catabolismo tendineo”, una situazione che provoca la disorganizzazione delle fibre collagene di cui sono composti e mette i tendini più a rischio di lesioni. Tuttavia, sebbene non sia raccomandato il riposo, è bene evitare:

  • esercizi che richiedono elevati carichi di trazione
  • correre lunghe distanze
  • corsa a velocità elevata
  • attività che richiedono elevati carichi di abduzione eccentrica, come i saltelli e i balzi laterali
  • esercizi di stretching in adduzione e flessione dell’anca

 

Le onde d’urto sono considerate un trattamento alternativo nel dolore da tendinopatia glutea. Sebbene gran parte degli studi siano stati effettuati su modelli sperimentali, tuttavia le onde d’urto sembrano essere efficaci sia nella riduzione del dolore (effetto analgesico), sia nella guarigione tendinea. Anche le infiltrazioni con corticosteroidi sono parte dei trattamenti conservativi che hanno l’obiettivo principale di ridurre il dolore e il sovraccarico tendineo. Solo nei casi in cui la terapia conservativa non si riveli efficace, è indicato il trattamento chirurgico di riparazione dei tendini.

 

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