Alimentazione

Obesità e disordini alimentari, quale correlazione?

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In apparenza potrebbero sembrare due problemi completamente diversi, ma l’obesità infantile e i disturbi alimentari che si possono sviluppare nell’adolescenza o in età adulta in realtà hanno molto in comune. Entrambe le patologie sono infatti caratterizzate dalla presenza di modelli alimentari malsani, troppo poco o troppo esercizio fisico e disagi psicologici quali la bassa autostima e l’incapacità di accettare il proprio corpo. Come se non bastasse, diversi studi hanno rilevato che almeno il 43% degli adolescenti obesi ha sofferto di un disturbo del comportamento alimentare. Ne parliamo con gli specialisti di Humanitas.

Chi è a rischio e perché

L’obesità è da considerarsi un fattore di rischio nello sviluppo dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) come anoressia e bulimia. Non di rado lo stesso disturbo da alimentazione incontrollata porta il paziente a diventare prima sovrappeso e poi obeso, così come l’anoressia nervosa può essere la reazione a un precedente problema di sovrappreso. Alcuni studi evidenziano come gli adolescenti in sovrappeso hanno un rischio fino a 5 volte più elevato di sviluppare disturbi alimentari rispetto ai normopeso adolescenti: i bambini obesi che perdono peso possono invece sviluppare l’anoressia nervosa e la bulimia se lo sforzo di dimagrire diventa una preoccupazione importante nelle loro vite. Allo stesso modo, secondo i ricercatori della Mayo Clinic di Rochester in Minnesota, gli adolescenti che non praticano attività fisica corrono un rischio da 2 a 4 volte maggiore di sviluppare queste patologie.

Le cause principali

Uno studio condotto su 130 adolescenti in sovrappeso ha rilevato che la presenza di forti conflitti con familiari e coetanei determinava una maggiore probabilità di avere pensieri e comportamenti alimentari disordinati, oltre che depressione, ansia e bassa autostima. Più i bambini vengono sollecitati con osservazioni riguardo al loro peso, maggiori sono le probabilità che hanno di sviluppare patologie basate sui disordini alimentari. Condividere i pasti insieme alla famiglia invece può aiutare a promuovere abitudini alimentari sane nei bambini e diminuire le loro possibilità di sviluppare abitudini alimentari scorrette.

“Per quanto sia auspicabile un calo ponderale in ragazzi sovrappeso o obesi – ha concluso Mura -, è importante saper riconoscere tempestivamente quando questo avviene in modo equilibrato e quando, invece, il dimagrimento è troppo rapido, ottenuto con comportamenti drastici, si accompagna a preoccupazione eccessiva per la forma del corpo e porta con sé ricadute sulla salute del ragazzo. I disturbi del comportamento alimentare hanno un andamento cronicizzante, con alti tassi di ricadute e comportano danni significativi alla salute: è fondamentale riconoscerli e trattarli precocemente”.