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Alimentazione

La dieta “alcalina” e altre terapie “alimentari” possono curare le malattie?

23/11/2016

La dieta per il trattamento delle malattie? Alimentazione, cibi nocivi o miracolosi sono gli argomenti al centro dell’attenzione dei media da diversi anni. “Siamo ciò che mangiamo” è un detto veritiero quando si parla di salute in generale. Quando alla dieta viene però attribuito un ruolo più preciso, come quello di terapia per curare una malattia (tendenza sempre più diffusa fra i pazienti), è estremamente importante capire la provenienza delle informazioni, quali studi sono citati e come sono stati condotti. In casi particolari come questo, è infatti necessario porsi sempre in maniera critica di fronte a tanta pubblicità.

Quello cui assistiamo è il moltiplicarsi di “esperti” che propongono diete e regimi alimentari, spesso promettendo risultati eclatanti. L’elenco è abbastanza lungo ma un esempio su tutti è la cosiddetta “dieta alcalina”, basata sull’assunto che alcuni cibi possano influenzare l’acidità del pH dei fluidi e soprattutto del sangue e che mantenere un pH alcalino possa prevenire o addirittura curare diverse patologie, fra le quali il diabete ed alcuni tipi di tumore. Abbiamo chiesto, su questo argomento, un commento della dottoressa Manuela Pastore, dietista della Direzione Sanitaria di Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: La migliore dieta? La DASH, contro l’ipertensione)

«La correlazione fra alimentazione e benessere è innegabile: il fatto che la dieta e la salute siano interdipendenti è supportato da numerosi studi. Eccessi o squilibri alimentari sono uno dei fattori di rischio per malattie cronico-degenerative: obesità, diabete, malattie cardiovascolari, tumori. Altrettanto certo, però, è che ad oggi non esistano evidenze scientifiche in merito al fatto che un cibo o categoria di alimenti che possano essere, da soli, causa di qualunque patologia cronico degenerativa. Questa affermazione è quello su cui ci dobbiamo basare, ogni volta che ci preoccupiamo della nostra alimentazione».

La dieta non definisce il pH nel sangue

«Una patologia è quasi sempre determinata da fattori di rischio concorrenti ed è molto difficile dare un peso ad ognuno di essi ma è molto raro che un singolo fattore possa essere determinante. Nello specifico, poi, la dieta ha un ruolo del tutto ininfluente sul definire il pH del sangue; il nostro organismo tende infatti a mantenere il suo pH stabile, attraverso il sistema acido-base, proprio per evitare gravi danni all’organismo. Inoltre i cibi passano dallo stomaco dove vengono neutralizzati o acidificati dai succhi gastrici», spiega la dottoressa.

(Per approfondire leggi qui: Cancro e alimentazione, mangia integrale!)

«La “dieta alcalina” consiglia di consumare l’80% di alimenti alcalinizzanti come pane e pasta integrale, grano saraceno, frutta e verdura soprattutto cruda e il 20% di alimenti acidificanti, fra cui il pesce ed il latte di capra. Gli alimenti assolutamente da evitare sono invece carne, latticini e grano. Il risultato è una dieta ricca di fibra, verdura, frutta e povera di grassi di origine animale, sufficiente ad avere effetti benefici indipendentemente dal loro livello di acidità. Si può supporre che negli studi alla base di questa teoria la correlazione statistica sia approssimativa, non puntuale come dovrebbe essere. Sono d’accordo nel consigliare di mangiare più frutta, verdure, legumi, cereali integrali, pesce e ridurre le carni, specialmente se lavorate. Una dieta deve tuttavia rimanere varia e, soprattutto, deve includere cibi di sicura provenienza, puntando per esempio sugli alimenti italiani, spesso preparati con standard molto più elevati rispetto a quelli degli altri paesi occidentali», conclude la dottoressa Pastore.

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