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Alimentazione

Colesterolo mio non ti conosco

05/02/2002

Il colesterolo è, con i trigliceridi e gli acidi grassi liberi, uno dei grassi contenuti nel sangue. E’ una sostanza fondamentale per l’organismo: costituisce infatti uno dei principali elementi delle pareti delle cellule, e da esso hanno origine gli ormoni steroidei (e fra questi tutti gli ormoni sessuali). Essendo come tutti i grassi un composto non solubile in acqua, per circolare nel sangue in modo da depositarsi dove è necessario il colesterolo viene trasportato dalle lipoproteine, speciali molecole proteiche classificate in base alla loro densità (LDL e HDL). E’ una sostanza importantissima. Ma quando inizia a diventare un problema? Lo chiediamo all’équipe di Diabetologia di Humanitas.

“Innanzitutto occorre precisare che il colesterolo è presente nel sangue in tre forme: totale, LDL e HDL (queste ultime due dipendono dalla diversa densità delle lipoproteine che lo veicolano). E’ l’ipercolesterolemia, ossia l’eccesso di colesterolo nel sangue a rappresentare un problema.
Il livello di colesterolo ottimale non è un valore assoluto, ma dipende dalle condizioni complessive del paziente: ad esempio, nel paziente diabetico scompensato le lipoproteine LDL assumono caratteristiche tali da favorire la formazione della placca aterosclerotica. In generale, comunque, il valore del colesterolo HDL deve essere maggiore di 40 mg/dl, mentre quello dell’LDL deve mantenersi al di sotto di 160 mg/dl (130 mg/dl per chi presenta fattori di rischio aggiuntivi, come familiarità, obesità o problemi vascolari; meno di 100 mg/dl nei pazienti cardiopatici e/o diabetici). Studi clinici hanno infatti dimostrato che il colesterolo LDL favorisce l’aterosclerosi, perché facilita l’accumulo dei grassi da cui si formano le placche aterogene) nella parete interna delle arterie, innescando l’inizio di quel processo che può portare all’infarto, all’ictus o all’arteropatia in generale. Ma anche un livello troppo alto di trigliceridi può essere pericoloso, perché ad esso si associa un maggiore rischio cardiovascolare e, per valori molto elevati, di pancreatite”.

Dieta equilibrata e terapia farmacologica
E’ importante tenere sotto controllo il livello di tutti i tipi colesterolo: l’alterazione di uno qualsiasi di questi valori rappresenta sempre un campanello d’allarme. Ma come va affrontata questa alterazione?
“Innanzitutto è necessario effettuare una corretta diagnosi, ossia classificare il disturbo capendone l’entità e le cause: familiarità, obesità, presenza di malattie tiroidee o renali che comportano spesso l’alterazione dei livelli di colesterolo. In base a questo si può decidere il trattamento più adeguato. Generalmente si inizia con un trattamento alimentare: più che una dieta ipocalorica in senso stretto, una corretta alimentazione (ricca di fibre e povera di grassi), abbinata ad una giusta attività fisica che favorisce l’aumento del colesterolo HDL. Se in questo modo, dopo 4-6 mesi, non si è ottenuta una normalizzazione dei valori, è bene procedere con il trattamento farmacologico, soprattutto nei soggetti ad alto rischio: pazienti diabetici o con problemi cardiovascolari.
L’efficacia dei farmaci (statine, fibrati e resine), che hanno portato ad una significativa riduzione della mortalità, è ormai dimostrata. In Italia, si utilizzano le statine (sono in commercio 4 diversi principi attivi, ognuno con caretteristiche peculiari: simvastatina, pravastatina, fluvastatina e atorvastatina) e i fibrati, che agiscono per lo più riducendo i trigliceridi e aumentando il valore di colesterolo HDL”. L’utilizzo combinato di queste classi di farmaci, particolarmente utile nella cura di forme gravi di dislipidemia associate ad altri fattori di rischio cardiovascolare, è potenzialmente pericoloso, e deve quindi essere effettuato solo sotto stretto controllo specialistico.

Colesterolo buono, colesterolo cattivo
Il colesterolo è una sostanza grassa prodotta dall’organismo stesso, specialmente dal fegato, e in parte assunta con l’alimentazione (viene infatti assorbito dai cibi): è questa la spiegazione dell’influenza di una alimentazione scorretta sul tasso del colesterolo e della sua riduzione col diminuire del peso.
Il colesterolo è trasportato nel sangue da speciali molecole proteiche (lipoproteine) classificate in base alla loro densità. Si distinguono pertanto:
Lipoproteine ad alta densità (HDL): trasportano il colesterolo dai diversi organi e tessuti al fegato svolgendo un’azione di rimozione dall’organismo. Per questo motivo il colesterolo HDL viene definito “buono”.
Lipoproteine a bassa densità (LDL): sono formate dal colesterolo detto “cattivo”, quello cioè che si deposita all’interno delle arterie favorendo la loro chiusura.
Lipoproteine a bassissima densità (VLDL): sono costituite per il 60% da trigliceridi, un altro tipo di grassi, che costituiscono il materiale che si accumula nelle cellule adipose. L’alimentazione esagerata o squilibrata, la sedentarietà, il consumo eccessivo di alcool, il diabete, l’uso degli estrogeni e dei contraccettivi orali porta all’eccesso di questi grassi nel sangue (ipertrigliceridemia), e ai conseguenti rischi cardiovascolari.

La corretta alimentazione per tenere sotto controllo il colesterolo
Contro il colesterolo è necessaria una dieta ricca di fibre e povera di grassi.
1. Il colesterolo totale assunto al giorno deve essere inferiore ai 200 mg/die
2. Le calorie giornaliere devono essere così suddivise:
carboidrati 52-57%
proteine 15-18%,
grassi 28-30%

3. In particolare, i grassi assunti devono essere così suddivisi:
grassi saturi meno del 7% delle calorie totali
grassi poli-insaturi meno del 10% delle calorie totali
grassi mono-insaturi meno del 20% delle calorie totali

A cura di Monica Florianello

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