Cocco… bello! Un frutto non solo da spiaggia

La noce di cocco nell’immaginario collettivo viene immediatamente associata al mare tropicale, dove se ne trova in abbondanza. Le noci di cocco, infatti, vengono prodotte dalle palme, e ciascuna arriva a pesare fino a due chili. All’interno della noce si trova il cosiddetto ‘seme’, bianco e carnoso, che è il frutto che mangiamo, e del liquido, il ‘latte di cocco’, dal sapore dolce e molto dissetante. Vediamo le qualità di questo frutto con i dietisti di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

Quali sono le qualità della noce di cocco?
“La noce di cocco è ricca di potassio, per questo è ideale d’estate per reintegrare i sali minerali persi. E’ inoltre ricca di proteine e di grassi per questo ai tropici il cocco è considerato il re dei vegetali. Molti non assaporano il latte della noce perché sembra ‘sporco’, assomiglia a un siero, mentre in realtà è molto dolce, ricco di zuccheri, sali minerali e vitamine, in particolare C e B, ma anche di proteine di facile assimilazione. E’ una bevanda buona per le ossa e i denti, utile nel trattamento dei disturbi urinari, costipazione, vomito, fatica, nervosismo e debolezza generale. Purtroppo, però, la noce di cocco è anche molto nutriente, utile per aumentare di peso: un solo etto fornisce ben 360 calorie. Questo significa che è indicata per le persone debilitate mentre è sconsigliata per chi vuole dimagrire e per chi deve sottoporsi ad una dieta povera di grassi, dato che la quota calorica è data fondamentalmente dalla presenza di una notevole quantità di lipidi”.

Non cresce in Italia?
“No, la palma di cocco, originaria dell’Asia, è diventata poi simbolo dei Paesi tropicali in cui è approdata grazie alle correnti marine e all’opera dell’uomo. E’ coltivata in quasi tutti i paesi tropicali, dall’Asia all’Africa fino all’America Centro-Meridionale. Una curiosità relativa a questo frutto è che è protagonista di diversi antichi rituali nel paese di origine, l’India, dove regalare una noce di cocco durante una cerimonia nuziale è di buon auspicio e in Nepal è considerata simbolo di fertilità”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

Redazione Humanitas Salute: