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Disfunzione erettile, quali benefici dall’attività fisica?

16/11/2016

Gli uomini affetti da disfunzione erettile non riescono a ottenere o mantenere un’erezione soddisfacente per l’intera durata del rapporto sessuale. Si tratta di un disturbo che può colpire anche a 20 anni ma la sua incidenza aumenta con l’avanzare dell’età. Quali benefici può ottenere dall’attività fisica chi ne è colpito? Secondo una ricerca pubblicata su British Journal of Sports Medicine, con l’attività e l’esercizio fisico la funzione erettile potrebbe migliorare.

L’Università di Porto (Portogallo) ha condotto una revisione sistematica e una metanalisi valutando l’impatto dell’attività fisica e dell’esercizio sulla disfunzione erettile sia in pazienti operati che affetti da malattie cardiovascolari, obesità o sindrome metabolica. Il team ha analizzato sette studi pubblicati tra il 2004 e il 2013 riferiti a 478 uomini da 43 a 69 anni di età. Di questi a 292 uomini è stato chiesto di svolgere esercizi fisici aerobici, esercizi per i muscoli del pavimento pelvico o una combinazione tra i due. «Questo perché la muscolatura del piano pelvico gioca un ruolo cruciale nella rigidità peniena; la sua contrazione efficiente previene il ritorno venoso dal pene e aumenta la pressione intracavernosa. Questo vale soprattutto per i pazienti sottoposti a intervento di prostatectomia radicale», spiega il dottor Rodolfo Hurle, urologo dell’ospedale Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: Disfunzione erettile, si previene difendendo la salute del cuore)

Ai restanti partecipanti non è stato richiesto alcun esercizio fisico.

Disfunzione erettile possibile “indicatore” della salute cardiovascolare

La funzionalità erettile dei partecipanti è stata misurata con un indice internazionale: a punteggi da 22 a 25 non corrispondeva alcun tipo di disfunzione, tra 5 e 7 la disfunzione era invece severa. A seguito delle sedute di esercizio fisico il punteggio era aumentato in media di 3,85 punti rispetto a chi non aveva svolto attività fisica. Tra i soggetti a maggior rischio cardiovascolare, con malattia coronarica o sottoposti a prostatectomia, qualsiasi forma di esercizio fisico si è dimostrata efficace.

«L’incidenza della disfunzione erettile – aggiunge lo specialista – varia dall’8% a 20-30 anni fino al 37% nella settima decade di età. È stato calcolato che nel 2025 potrebbero esserci 322 milioni di casi nel mondo. Si tratta di un disordine medico multifattoriale che può essere predittore di malattie cardiovascolari future. La sua presenza deve portare a studiare la possibilità di modificare i fattori di rischio della malattia cardiovascolare».

Cosa prevede invece il suo trattamento? «La terapia farmacologica è la prima linea di trattamento e lo stile di vita può intervenire nel ridurlo. Tuttavia servono studi randomizzati prospettici su larga scala con lungo follow up per meglio chiarificare la frequenza, l’intensità e la durata degli esercizi e dell’attività fisica consigliata», conclude il dottor Hurle.

(Per approfondire leggi qui: Tumore prostatico e disfunzione erettile, quale relazione?)

Lo stile di vita è naturalmente importante per prevenire la disfunzione erettile

Come ricorda il ministero della Salute una dieta non equilibrata, caratterizzata da uno scarso apporto di frutta e verdura e da un eccessivo consumo di grassi e cibo processato può pregiudicare anche la salute sessuale. Per prevenire l’insorgenza della disfunzione erettile è importante mantenere nella norma i valori di colesterolo nel sangue e di pressione arteriosa. Utile anche ridurre al minimo il consumo di bevande alcoliche, non fumare e praticare un’attività fisica regolare, meglio se aerobica.

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