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Benessere

Con il defibrillatore la vita continua

07/10/2016

Si sente sempre più parlare di defibrillatore, strumento che può salvare la vita alle persone vittime di improvvisi problemi al cuore. Quello che non tutti sanno, però, è che non esistono solo i defibrillatori da muro, la cui presenza è oggi diventata obbligatoria nei luoghi pubblici come le palestre, le piscine, le sale convegni, ecc.

Ci sono infatti anche i defibrillatori cardiaci impiantabili (ICD) che, grandi circa come un orologio, vengono applicati sotto la pelle e, collegati al cuore del paziente attraverso uno o più fili elettrici, hanno la funzione di mantenere costante l’attività del muscolo cardiaco e di interrompere eventuali e pericolose aritmie.

Quale influenza hanno questi mini defibrillatori sulla vita dei pazienti che li “indossano”? Lo chiediamo al dottor Giosuè Mascioli, responsabile dell’Unità Operativa di Elettrofisiologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.

L’avere indosso un defibrillatore ICD comporta la rinuncia a una vita normale?

«No, per niente. I defibrillatori, specie quelli di ultima generazione, consentono di vivere una vita del tutto simile a quella delle altre persone. Si possono mantenere le azioni quotidiane senza avere timore, svolgere il proprio lavoro, andare in vacanza… Sono ovviamente da evitare gli eccessi, gli sforzi esagerati, le attività che richiedono un impegno fisico prolungato e non commisurato alle possibilità fisiche del singolo paziente. Ma per il resto si può dire che si possa vivere una vita davvero normale».

(Per approfondire leggi qui: Aritmie e defibrillatori: come ridurre lo stress del cuore)

Dopo avere subito l’installazione di un defibrillatore impiantabile è possibile praticare sport?

«Sì, certo. Anzi, lo svolgimento di un’attività fisica è addirittura consigliato perché aumenta il cosiddetto “tono vagale” che può contribuire a ridurre il pericolo di aritmie. Bisogna solo avere l’accortezza di evitare gli sport da contatto, praticando i quali si rischierebbe di procurare danni al defibrillatore. Niente calcio, dunque, né basket o tantomeno rugby e spazio a sport che agevolano l’aspetto aerobico come la corsa, il golf, la bicicletta e gli sport acquatici in genere. Da evitare, ovviamente, sono anche gli sport estremi o quelli che potrebbero essere pericolosi per la vita in caso di perdita di coscienza o vertigini, come il paracadutismo o l’automobilismo».

È possibile continuare a guidare l’auto?

«Sì, lo si può fare, ma non prima che siano trascorse 4 settimane dall’intervento di impianto del defibrillatore, così da consentire la completa guarigione della ferita chirurgica. Il permesso di guida riguarda in particolare le patenti A e B – necessarie per guidare moto e auto –, per le quali non sussistono problemi al rinnovo, a fronte di scadenze e quindi controlli più ravvicinati. Più difficile è riuscire a mantenere le patenti di tipo C o E, quelle per la guida dei camion e di mezzi con il rimorchio che, a seconda dei casi, potrebbero essere ritirate o comunque non rinnovate».

(Per approfondire leggi qui: Pacemaker e auto moderne vanno d’accordo?)

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