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Benessere

Festa del papà, con gli auguri un promemoria per la prevenzione

19/03/2016

Un messaggio speciale per il 19 marzo: oltre a fare gli auguri per la Festa del papà, ricordiamo ai nostri cari di fare prevenzione. Basta un check-up, anche una sola volta l’anno, ma è importante che diventi un’abitudine. Ce ne parla Giovanni Covini, responsabile Check-Up dell’ospedale Humanitas.

«Il check-up – spiega lo specialista – è un percorso diagnostico diverso per i due sessi e comprende esami che cambiano con l’età del paziente. Alcune malattie sono infatti caratteristiche dell’età giovanile, ma con il passare degli anni sempre più organi sono destinati ad andare incontro a condizioni patologiche che necessitano di appositi controlli».

Ma perché è utile fare un check-up?

Tutti gli accertamenti ematochimici e strumentali e le visite specialistiche ai quali viene sottoposto il paziente possono eventualmente portare a una diagnosi precoce di una malattia, e sappiamo che prima si interviene più probabilità ci sono di avere un’evoluzione favorevole di quella malattia.

Il check-up deve diventare un’abitudine. Ogni Festa del papà può essere l’occasione per prendere appuntamento con uno specialista e sottoporsi a tutti questi controlli: «La periodicità degli accertamenti dipende dal risultato del precedente check-up e dai fattori di rischio individuali. In un paziente obeso, iperteso, diabetico e ipercolesterolemico, dove il rischio cardiovascolare è molto elevato, un check-up mirato andrebbe eseguito almeno una volta all’anno».

Cosa consiglia il dottor Covini ai papà, o a tutti gli uomini in generale? «Per quelli fino a 50 anni di età suggeriamo esami ematochimici generali, un’ecografia dell’addome associata a uno studio particolare del sistema cardiovascolare e della cute. Dopo i 50 anni è doveroso un controllo della prostata e suggeriamo anche una colonscopia per la diagnosi precoce delle neoplasie del grosso intestino».

(Per approfondire leggi qui: Tumore alla prostata, uno su due ne ignora i sintomi)

Impariamo anche ad ascoltare il nostro corpo. Quali sono i campanelli d’allarme che devono spingerci a contattare un medico? «Spesso andiamo incontro a malessere generale e vari dolori, ma qualunque sintomo che perdura e tende a peggiorare nel tempo può essere un forte segnale premonitore che non dovremmo sottovalutare», conclude il dottor Covini.

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