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Sincope e anziani, attenti anche se è benigna

23/04/2015

La sincope è una perdita transitoria e di breve durata dello stato di coscienza, associata alla perdita di tono muscolare, e solitamente la ripresa di coscienza avviene in non oltre un minuto. La maggior parte delle volte la sincope risulta essere benigna – e viene in questo caso definita “vasovagale” o “neuromediata” – e interessa soprattutto i giovani di età compresa tra 12 e 20 anni (in cui si parla di “primo picco di prevalenza”) e gli anziani con più di 60 anni (che rappresentano il “secondo picco di prevalenza”).

Come spiega Raffaello Furlan, Responsabile dell’Unità Operativa Clinica Medica dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano), «in generale possiamo dire che le sincopi benigne esprimono una transitoria anomalia quantitativa del normale controllo nervoso del cuore e del circolo: il cuore, solitamente a causa di un’emozione particolarmente intensa, viene a essere temporaneamente esposto a un eccesso di attività nervosa; si innesca allora un riflesso nervoso “protettivo” che interrompe bruscamente l’attività nervosa diretta al cuore e produce una rallentamento del battito cardiaco e ipotensione, entrambe condizioni che favoriscono l’insorgenza della sincope».

 

Le manovre di contropressione isometrica

Nell’anziano la sincope vasovagale rimane qualcosa di profondamente differente rispetto al giovane. «Nelle persone non più giovanissime la sincope vasovagale, pur rimanendo benigna in termini prognostici, è in genere caratterizzata da fenomeni di vaso-inibizione che la rendono più complicata da trattare sotto il profilo dell’efficacia delle terapie che forniamo. Non disponiamo infatti di farmaci a specifica azione pressoria. Inoltre nelle persone anziane spesso la sincope viene favorita dall’assunzione di farmaci anti-ipertensivi, soprattutto se utilizzati in associazione. Modificando la terapia antiipertensiva e spesso riducendo il numero e il dosaggio di tali farmaci si riesce a mitigare l’ipotensione ortostatica e, quindi, il rischio di incorrere in una sincope quando l’individuo si pone in posizione eretta», spiega il dottor Furlan.

È importante ricordare che sia nelle forme di sincope giovanili, sia in quelle dell’anziano le manovre cosiddette di “contropressione isometrica” possono attenuare o in alcuni casi risolvere i sintomi pre-sincopali: «Queste manovre – conclude il dottor Furlan – si basano sulla contrazione dei muscoli delle gambe o degli arti superiori al comparire dei sintomi. L’attivazione conseguente di riflessi nervosi pressori può portare a un transitorio incremento della pressione che in genere permette al soggetto di superare la crisi senza perdere conoscenza».

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