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Benessere

Dopo l’infarto, il cervello può aiutare il cuore

24/10/2014

La riabilitazione è un momento delicato per la vita di una persona che ha subito un infarto, una grave malattia o si è sottoposto a un delicato intervento. È una fase di cura che richiede un’attenta ripresa fisica ma anche e soprattutto un giusto approccio psicologico.

In particolare nelle malattie che riguardano il cuore, soprattutto appunto dopo un infarto, l’aspetto mentale assume un ruolo molto importante, come ci spiega la dottoressa Agnese Rossi, psicologa di Humanitas Gavazzeni.

Dottoressa Rossi, quanto è importante avere un approccio positivo durante la riabilitazione post-infarto?

«È molto importante: è ormai provato che chi affronta con un buon livello di motivazione e collaborazione la malattia cardiaca e lo stile di vita che ne segue, riesce a ottenere risultati decisamente migliori rispetto a chi invece vive il momento della riabilitazione senza prestarvi una partecipazione attiva e consapevole degli obiettivi che ci si propone di raggiungere. Le statistiche dicono che un approccio psicologico costruttivo abbassa in modo sensibile la mortalità tra coloro che hanno subito un infarto».

Il cervello può dunque agire sulla salute del cuore?

«Lo fa di sicuro, non si può separare la mente dal corpo, altrimenti avremmo una visione frammentaria del nostro corpo. Per spiegarci meglio: chi accetta in modo attivo la malattia e decide di essere protagonista della propria salute, è maggiormente disposto a modificare lo stile di vita, mettendo in atto alcuni cambiamenti che rivestono un ruolo determinante nella prevenzione e nella cura delle malattie cardiologiche».

Questo cambiamento dello stile di vita in che cosa si traduce, in concreto?

«È determinante che il paziente sia collaborante e motivato a prendersi cura di sé in senso globale, prestando attenzione a controllare la sua alimentazione e a eliminare le abitudini scorrette, a inserire l’attività fisica regolare come parte integrante della propria quotidianità, a sviluppare una vita sociale e relazionale dinamica e appagante, coltivando i propri interessi e aprendosi a esperienze gratificanti».

Bisogna in sostanza imparare a vivere una vita meno stressante…

«Sì, un aspetto da non dimenticare, che riguarda anche chi non ha subìto un intervento cardiochirurgico in seguito a infarto, è proprio la capacità di gestire lo stress. È importante essere consapevoli che il nostro stile di vita è spesso frenetico e ci sforziamo di fare più cose possibili nel minor tempo possibile, fatiche che al nostro cuore non sono per nulla gradite. Insomma, possiamo influire positivamente sul nostro stile di vita, applicando quei cambiamenti costruttivi che sono davvero utili e preziosi per riacquistare uno stato di salute soddisfacente e che permettono di aumentare la qualità della nostra vita».

 

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