C’è chi si rosicchia le unghie, chi strappa con i denti le pellicine, chi porta semplicemente le dita alla bocca e chi taglia le unghie con i denti e chi addirittura poi le mangia. Questi comportamenti, piuttosto comuni, in generale denunciano un’insicurezza, uno stato d’ansia o un atteggiamento difensivo, ma possono essere considerati veri e propri comportamenti ossessivo-compulsivi al limite della patologia, ci spiegano i professionisti di Humanitas.
Da un punto di vista medico la forma più importante è l’onicofagia quando il bambino o l’adulto stacca parte dell’unghia con i denti e la ingoia. In questo caso i danni sono molti: dai denti che si scheggiano, all’unghia che cresce distorta per il continuo traumatismo, ai disturbi gastrici perché l’unghia è tutt’altro che facile da digerire.
Segue poi la dermotillomania, il vizio di mordersi e strapparsi le pellicine o cuticole che circondano la lamina ungueale. Anche qui i danni non mancano: si va dalla semplice irritazione dei tessuti periungueali a veri ascessi dolorosi, chiamati perionissi, che richiedono l’intervento dermatologico come apertura dell’ascesso, drenaggio, antibioticoterapia.
Infine c’è chi strappa con i denti parte di tessuto della falange distale, è la cosiddetta dermatofagia. I danni qui possono essere anche gravi con distorsione della falange o perdita della lamina ungueale.
Che cosa fare per smettere?
Se questi comportamenti servono a scaricare tensioni importanti, meglio un danno in qualche modo riparabile sulle dita o sulle unghie che un danno organico più serio.
Per altri la cura può essere la rieducazione a un comportamento più consono per la vita sociale e lo si fa applicando sulle unghie e sui tessuti di contorno un agente amaro, disgustoso a contatto con la bocca, di solito il Denatonium Benzoato.
L’aumento di questi atteggiamenti autolesivi è purtroppo segno di una società che mette a dura prova la nostra serenità.
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