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Alimentazione

Ipertensione, un cucchiaino da tè di sale al giorno la quantità ideale

08/06/2016

Sale, meglio poco. Ancora una volta il ministero della Salute ricorda l’importanza di seguire una dieta a basso contenuto di sale secondo le raccomandazioni dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità. 5 grammi al giorno di sale (ovvero 2 g di sodio) è la soglia da non oltrepassare per una persona adulta: consumarne troppo mette a rischio la salute cardiovascolare.

Una dieta ricca di sale rappresenta infatti un fattore di rischio di ipertensione che, a sua volta, aumenta le probabilità di insorgenza di malattie cardiache e ictus. Un’alimentazione in cui il consumo di sale è inferiore a quello che contiene un cucchiaino raso da tè è l’ideale per contenere questi rischi.

(Per approfondire leggi qui: Troppo fa male! Riduci il consumo di sale in 7 mosse)

Di recente, però, uno studio canadese pubblicato sulla rivista Lancet ha puntato il dito contro la dieta iposodica o a basso apporto di sale. Questa, suggeriscono gli autori dello studio, potrebbe non essere benefica e addirittura aumentare il rischio di patologie cardiovascolari rispetto al consumo medio di sale (in Canada intorno a 7 g). La dieta iposodica farebbe bene solo alle persone già colpite da ipertensione e che mangiano molto salato. Secondo lo studio potrebbe essere preferibile puntare alla riduzione di sale per chi è già iperteso e segue un’alimentazione ricca di sodio, piuttosto che promuovere una dieta iposodica per tutta la popolazione.

In Italia si consuma più sale di quanto si dovrebbe

Lo studio, dice il ministero della Salute, potrebbe mandare in confusione i consumatori, con un messaggio diverso rispetto a quanto sostenuto in passato. Per questo motivo il ministero è intervenuto nuovamente per ribadire l’importanza di seguire un’alimentazione con un introito di sale moderato. In Italia, dice il ministero, il consumo di sale quotidiano pari a 11 grammi per i maschi e 9 per le donne, oltre il doppio dei livelli raccomandati dall’OMS.

(Per approfondire leggi qui: “Il sale iodato è amico della tiroide”, vero o falso?)

Il ministero ha fatto sue le critiche alla ricerca della Sinu, la Società italiana di Nutrizione umana, che ha parlato di “cattivo studio” che “conduce a conclusioni sbagliate e pericolose per la salute pubblica”. La riduzione di sale nell’alimentazione resta, pertanto, una priorità per la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili.

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