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Influenza: arriva la “combinata”

04/10/2011

L’influenza 2011-2012 è un mix di virus già conosciuti e di media intensità, ma che ha già costretto a letto 60 mila italiani.

Sarà ancora in circolo l’AH1N1, il virus pandemico del 2009 declassato, però, a virus stagionale perché di potenza decisamente ridotta, in combinazione con altri due australiani, anch’essi già conosciuti perché hanno transitato nel 2009 e 2008 (l’H3N2 e il B/Brisbane). Così si presenterà l’influenza in arrivo per l’inverno 2011-2012. E sarà di media intensità con una previsione di 2-4 milioni di casi, proprio perché si tratta di virus già entrati in contatto con i nostri anticorpi. Ma attenzione: la vaccinazione a titolo preventivo è sempre raccomandata, in attesa del “vaccino universale”. Ne parliamo con Fabrizio Pregliasco, virologo del Dipartimento di sanità pubblica, microbiologia e virologia dell’Università di Milano e con Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas, docente di Patologia all’Università di Milano e autore del libro I guardiani della vita, di recente pubblicazione, che spiega per la prima volta e “a tutti” i segreti del sistema immunitario nel difenderci costantemente da virus e batteri. Un libro scritto in collaborazione con Monica Florianello i cui proventi sono devoluti a Fondazione Humanitas per la Ricerca (ente non-profit che opera presso il Centro di Ricerca e Didattica universitaria dell’Istituto Clinico Humanitas Milano).

Dottor Pregliasco, l’influenza quest’anno non sarà aggressiva?
“Non è possibile fare previsioni certe, perché il virus si modifica con grande velocità, ma i dati di rilevazione in nostro possesso consentono di affermare che possa essere di media intensità proprio perché si tratta di virus già conosciuti dalle nostre difese e di cui abbiamo già creato anticorpi. Lo stesso discorso vale per il virus “ex-pandemico” AH1N1, che è stato declassato a virus stagionale”.

Ma serve lo stesso eseguire il vaccino?
“Serve ed è l’unica misura sicura e realmente efficace di prevenzione. E’ indicato in particolare per gli over65 e per chi soffre di patologie croniche, respiratorie o cardiache. Si esegue dalla metà di ottobre alla fine di novembre, primi di dicembre, in modo che possa avere piena efficacia nel periodo del picco dell’influenza”.

E’ vero che non sempre funziona?
“Il vaccino è efficace contro i virus in circolazione e con il tempo tende a stemperare. Per questo deve essere eseguito nuovamente ogni anno. Inoltre, è efficace nell’80% dei casi, ma nel restante 20% in cui ci si ammala nonostante il vaccino, l’influenza è blanda e il rischio di complicanze è notevolmente ridotto. L’idea che il vaccino non funzioni si crea anche per la confusione tra virus influenzali (contro cui è efficace) e virus parainfluenzali (come tosse, raffreddore, febbre, contro cui non ha effetto). Questi ultimi sono virus in circolazione in autunno mentre l’influenza fa capolino da dicembre a marzo e si caratterizza per più sintomi associati, almeno tre: febbre superiore a 38°C, dolori articolari o muscolari (sensazione di ossa rotte) e un sintomo respiratorio come tosse, mal di gola o aumento della secrezione nasale. La presenza di uno solo di questi segnali non significa avere l’influenza, ma un virus parainfluenzale”.

Professor Mantovani, a che punto siamo con il “vaccino universale” contro l’influenza?
“Ogni anno ci troviamo ad affrontare virus diversi dell’influenza, con un vaccino mirato al ceppo più diffuso (o che si prevede sarà tale). Caratteristica del virus dell’influenza è infatti la continua variabilità. Da tempo si cerca di realizzare un vaccino che copra uno spettro ampio, e recentemente è stato fatto un significativo passo in avanti in questa direzione. Si è partiti dall’ipotesi che all’interno del vastissimo repertorio di riconoscimento del sistema immunitario potessero in qualche modo essere presenti anticorpi, per quanto rari, capaci di vedere quella parte di struttura del virus dell’influenza che non cambia, indipendentemente dal ceppo virale. Si è così identificato un ‘super-anticorpo’ che riconosce questo pezzo del virus che non muta. Questo superanticorpo potrebbe essere la base di partenza per un vaccino ‘universale’ contro l’influenza, oltre che uno strumento utile per fronteggiare situazioni di emergenza, ad esempio virus o varianti aggressive che causino una pandemia”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

 

 

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