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Benessere

I ragazzi e la tecnologia, rischi in agguato

15/12/2009

Le nuove tecnologie sono entrate prepotentemente nella famiglia e nella scuola e i media esercitano un’influenza sempre maggiore sul comportamento di bambini e ragazzi. Per questo un’attenzione particolare va rivolta agli effetti che questi fattori hanno sull’infanzia e alle difese da mettere in campo.

Indubbiamente le nuove tecnologie hanno cambiato la realtà di tutti noi, in modo particolare nella scuola e all’interno della vita familiare. Per tale motivo è necessario riflettere sui molteplici problemi psicologici che in un modo o nell’altro coinvolgono chi li usa; l’attenzione deve essere rivolta in particolare al mondo dell’infanzia e, in tal senso, è necessario creare nuove tecniche di intervento e più efficaci modalità relazionali che soddisfino i bisogni intellettuali ed emotivi dei ragazzi, ponendo particolare attenzione alle misure di protezione obbligatorie nei confronti dei minori.
I messaggi trasmessi dai media (televisione, film, videogiochi, internet …..) esercitano un’influenza sempre maggiore sui comportamenti dei giovani, con il rischio di sostituirsi alla famiglia e alla scuola nella costruzione di valori e modelli di riferimento.
Il mondo delle tecnologie è molto affascinante ed eccitante per bambini e ragazzi che navigando su internet o a volte assistendo a programmi televisivi inadeguati alla loro età possono avere disturbi psichici non indifferenti.

Fin dall’età della scuola materna i bambini vedono, in media, quasi 2 ore di televisione al giorno con un incremento progressivo negli anni della scuola elementare; è stata rilevata una maggiore esposizione durante il week-end e i giorni festivi. Con l’età, aumenta anche la percentuale di bambini che hanno la disponibilità di una TV nella loro camera, determinando di fatto un’assenza di controllo su ciò che scelgono di vedere e un maggior isolamento dal resto del nucleo familiare. Risulta che tra i 5 e 13 anni la principale attività dei bambini è guardare la TV (29% del loro tempo libero, che sale al 35% aggiungendo altri mezzi elettronici di intrattenimento), sottraendo spazio ad altre forme di svago (gioco, attività fisico-sportiva, lettura, rapporti con familiari e coetanei).

E’ importante sottolineare ai genitori ed agli educatori che i bisogni fondamentali dei bambini d’oggi sono gli stessi di ieri. La diversità riguarda piuttosto gli strumenti a loro disposizione per accedere alla conoscenza e alla realtà che li circonda. Chi si occupa di educazione deve relazionarsi con i bambini in modo creativo senza stabilire in anticipo ciò che deve succedere; lasciare spazio d’ascolto, è utile per capire cosa pensano i giovani e per stabilire un rapporto di fiducia preparandoli anche a eventuali pericoli insiti nella navigazione di internet. Andare in rete o chattare o usare il computer in modo inconsapevole è come mandare i figli fuori casa da soli senza prepararli ai pericoli che possono incontrare. Il pericolo principale è che si perdano per strada o che facciano del male o ancora peggio che qualcun altro faccia loro del male. Il computer e i videogiochi (playstation, nintendo), se male impiegati, potrebbero rafforzare o ampliare il senso di onnipotenza già presente nella struttura infantile e intralciare la loro crescita, creare un senso di dipendenza, aumentare le confusioni tra il vero e il finto. La connessione on line più che una riorganizzazione del tempo libero, comporta una contrazione delle ore di sonno, come suggerito dal rilievo di una prevalente utilizzazione di internet nelle ore notturne.

I media possono togliere tempo allo studio, determinare uno stato di passività intellettuale, con riduzione del piacere alla lettura e, conseguentemente, dell’immaginazione, ridurre la capacità di concentrazione, indurre comportamenti impulsivi. Ciononostante le nuove tecnologie sono utili e straordinarie per l’apprendimento, la comunicazione e per sviluppare anche la creatività; non vanno quindi demonizzate in blocco né i loro effetti sono ovviamente solo negativi. I genitori, gli educatori, i pediatri dovrebbero sempre rilevare il tempo, le modalità di utilizzo e i contenuti dei media a cui sono esposti bambini e ragazzi, cercando di cogliere i possibili pericoli e “l’inganno” dei modelli proposti.

Di Alberto Chiara
Responsabile Pediatria – Ospedale Maggiore di Crema

Fonte: www.crescibimbo.it

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