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Viaggiare sicuri: facciamo circolare il sangue, anche in aereo

04/08/2005

Soprattutto d’estate, quando aumenta la probabilità di utilizzare l’aereo per un lungo viaggio in vista delle sospirate vacanze, si sente di nuovo parlare di sindrome da classe economica. Significa trombosi delle vene delle gambe.
Soprattutto durante voli intercontinentali, spazi ristretti, posizione obbligata, disidratazione aumentano il rischio di incorrere in problemi di circolazione del sangue, in particolar modo nei punti più lontani dal cuore, come appunto le gambe.

“Restare inevitabilmente fermi durante lunghi voli in aereo, senza la possibilità di muoversi nei corridoi, pena le ire del personale, può essere pericoloso. In persone particolarmente predisposte questa situazione può ‘confondere’ il sistema della coagulazione del sangue, e dare l’avvio alla formazione di trombi nelle vene delle gambe”.

Chi rischia di più?
“La trombosi venosa profonda e la tromboflebite sono più frequenti nelle donne che assumono terapia ormonale (pillola o terapia sostitutiva in menopausa), nelle persone che hanno già sofferto di queste malattie in passato, nelle persone con vene varicose, in chi è sovrappeso, soprattutto se il grasso è distribuito sull’addome, in chi fuma. E nelle donne in gravidanza”.

Quali sono i sintomi?
“Le vene sono come i rami di un albero: partono piccole dalle estremità, poi diventano sempre più grandi man mano che si avvicinano al cuore. Il trombo si forma di solito nelle vene più piccole e più lontane, quello in cui la velocità di scorrimento del sangue è più bassa. I sintomi possono essere molto sfumati o addirittura impercettibili: spesso una trombosi delle vene delle gambe si forma e si scioglie da sola, senza dare segni di sé”.

Quando si deve stare all’erta?
“Quando si presenta improvvisamente un dolore al polpaccio, come un crampo; oppure la gamba si gonfia, la pelle diventa lucida, a volte arrossata, oppure si percepisce con le dita un cordone duro e dolente lungo il decorso di una vena.
Se la trombosi si scopre subito, può essere curata; se viene trascurata, può estendersi, diventare più grave, e in alcuni casi, provocare un’embolia polmonare: in questo caso può esserci difficoltà di respiro, catarro misto a sangue, senso di oppressione al petto, dolore (come una fitta) sul fianco, alla base del polmone, febbre”.

Qualche consiglio per volare senza rischio?
“Eseguire durante il volo alcuni semplici e poco impegnativi esercizi di flessione del piede sulla gamba, stando seduti; flettere la gamba sull’addome, portando le ginocchia al petto; contrarre ritmicamente i polpacci come se si stesse correndo, ma senza muoversi dal proprio posto.
Bere molta acqua durante il volo, non portare biancheria o indumenti molto stretti, soprattutto all’inguine.
Chi ha già avuto problemi di trombosi alle gambe, oppure di vene varicose, dovrebbe indossare durante il volo le calze elastiche; o, secondo le indicazioni del curante, fare un’iniezione di farmaco anticoagulante quattro ore prima di salire in aereo. E’ sempre prezioso il consiglio del medico curante, che conoscendo bene la storia del suo paziente, saprà dargli le indicazioni adatte”.

La trombosi venosa è una malattia molto frequente: se viene riconosciuta e curata può guarire completamente; se viene ignorata o curata male o sottovalutata, può provocare conseguenze drammatiche.
Come sempre, c’è qualcosa che possiamo fare per prevenire questo problema: ripensare alla nostra storia personale, fare qualche domanda ai genitori sulla storia famigliare, preparaci adeguatamente quando ci troviamo in situazioni di rischio, non trascurare sintomi che possono essere campanelli d’allarme.

Ma soprattutto adottare nella vita di tutti i giorni abitudini sane: alimentazione varia e ricca di frutta e verdura, controllo del peso, attività fisica quotidiana, poco fumo e poco alcool: sono i primi semplici gesti necessari per evitare di avere un ‘incontro ravvicinato’ con una malattia da trombosi.

A cura della Redazione

 

 

 

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