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Viaggi, attenti alla malaria

09/07/2007

Malaria, una malattia tropicale che ancora oggi mette a rischio la vita delle persone. Secondo gli esperti, in realtà, dalla malaria è possibile difendersi sia in via preventiva, eseguendo la profilassi antimalarica se si viaggia in paesi a rischio di questa malattia, sia, se contratta, curandola. In questo caso, però, è fondamentale la tempestività. A causa del periodo piuttosto lungo di incubazione molti casi di malaria possono manifestarsi solo dopo il ritorno a casa. Per questo, se dopo il rientro da un viaggio in un paese a rischio, ci si sente male o si avverte un malessere generale, è fondamentale recarsi immediatamente dal medico o al Pronto Soccorso e, qui, avvisare che si è appena tornati da un viaggio in una zona malarica.
I sintomi della malaria, infatti, soprattutto nello stadio iniziale, possono facilmente essere scambiati per febbre o influenza in paesi come il nostro, dove questa malattia non è diffusa. Se, invece, si avvisa il medico di essere stati in un paese a rischio, questo potrà valutare anche la possibilità che si tratti di malaria ed eseguire il test specifico per la diagnosi. Anzi, secondo le linee guida diffuse da Simvim – Società italiana per la medicina dei viaggi e delle migrazioni, un medico, una volta informato che la persona è stata in un paese a rischio di malaria, deve sospettare prima di tutto che si possa trattare proprio di questa malattia fino a prova contraria. Solo se curata tempestivamente, infatti, la malaria può essere debellata. Ne abbiamo parlato con il dott. Stefano Ottolini, responsabile del Pronto Soccorso di Humanitas.

Dott. Ottolini, ancora oggi si rischia di morire di malaria?
“Purtroppo è così. I sintomi della malaria, infatti, possono essere scambiati per febbre o influenza nel nostro paese, dove è impossibile ammalarsi di questa malattia a meno che non si sia precedentemente viaggiato in una zona a rischio. I sintomi della malaria, infatti, si possono manifestare, da pochi giorni dalla puntura fino, addirittura, ad alcuni mesi dopo, con febbre, brividi, dolore alla colonna vertebrale, vomito, malessere generale, mal di testa, sudorazione eccessiva e, a volte, dolori addominali e coma. A causa del periodo piuttosto lungo di incubazione, quindi, molti casi di malaria possono manifestarsi solo dopo il ritorno a casa. Per questo è di fondamentale importanza che la persona o i suoi familiari avvisino il medico di questo viaggio in modo che lo specialista possa ragionevolmente sospettare l’evenienza che si tratti di malaria e intervenire tempestivamente, innanzitutto eseguendo il test (semplice e veloce) per la diagnosi. Il microrganismo responsabile della malattia, infatti, viene introdotto nell’organismo umano tramite la puntura di zanzara e, attraverso il sangue, arriva al fegato, danneggiandone le cellule al cui interno si sviluppa. A questo punto si riversa nel sangue, dove infesta i globuli rossi causandone la rottura e infestandone così molti altri. Solo se si agisce in tempo con farmaci specifici e antibiotici la malaria può essere arrestata prima che provochi danni irreversibili e debellata”.

Come si può evitare la trasmissione dell’infezione?
“La malaria è una malattia tropicale causata da protozoi del genere Plasmodium (Falciparum, Vivax, Ovale, Malariae) che vengono trasmessi attraverso la puntura di zanzare femmine del genere Anopheles. È importante, quindi, sia cercare di evitare di essere punti dalle zanzare, sia eseguire la profilassi antimalarica. Nel primo caso, è bene mettere in atto tutte le norme comportamentali necessarie come evitare di uscire tra il tramonto e l’alba, quando le zanzare Anopheles di solito pungono, oppure, se si esce di notte, indossare sempre abiti con maniche lunghe e pantaloni lunghi evitando i colori scuri, che attraggono le zanzare, applicare repellenti specifici sulla cute esposta, che sono in vendita in farmacia, e usare le zanzariere a porte e finestre e sopra il letto”.

In cosa consiste, invece, la profilassi antimalarica?
“La profilassi antimalarica consiste nell’assunzione di alcuni farmaci specifici prima, durante e dopo il viaggio, che evitano che la malattia si sviluppi. Si tratta di una profilassi che varia a seconda del paese in cui ci si reca, perché è ormai documentato che negli ultimi anni la resistenza (cioè la capacità del parassita di resistere all’azione del farmaco) è aumentata in molte zone geografiche dei paesi a rischio, soprattutto per quanto riguarda la profilassi con il farmaco a base di Clorochina, che è quello che presenta meno effetti collaterali. I farmaci utilizzati per la profilassi antimalarica sono Proguanil, Clorochina, Meflochina, Doxiciclina, Atovaquone + Proguanil. In ogni caso, prima di iniziare la profilassi (che comporta alcune controindicazioni ed effetti indesiderati a seconda del farmaco prescelto), è importante e necessario rivolgersi a un medico esperto o a Centri per la medicina dei viaggi per verificare i paesi in cui è consigliata la profilassi, per le opportune valutazioni cliniche e per le indicazioni sul farmaco e sulla sua dose e durata (che, inoltre, dipende anche dalla lunghezza o meno del soggiorno). Per informazioni sui Centri di medicina dei viaggi più vicini e su altre informazioni per trascorrere una vacanza sicura, si può visitare il sito www.simvim.it della Società italiana per la medicina dei viaggi e delle migrazioni”.

In linea di massima, quali sono i paesi a rischio?
“Le zona malariche sono, per esempio, il Medio Oriente, Afghanistan, Iran, Oman, Yemen, Arabia Saudita (zone rurali), Africa sub-sahariana, Africa del Sud, India (escluso il Nord), Nepal (sotto i 1.300 metri), Pakistan (sotto i 2.000 metri), Sri Lanka, Bangladesh, le zone rurali del Sudest asiatico, Cambogia occidentale, Indonesia (esclusa Bali), Filippine, Malesia, Oceania, America Latina, Amazzonia, America centrale”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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