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Vacanze in città, attenti ai piccioni

24/07/2007

Sporca, imbratta ed è rumoroso. È il piccione, la specie più comune di volatili che vive nelle aree urbane e nei centri storici rovinando manufatti pubbliciP e privati. Ma non solo. Il piccione può essere portatore di numerose malattie, alcune delle quali gravi e contagiose per l’uomo e per gli animali domestici, i cui agenti patogeni vengono trovati nei suoi escrementi. Solo per citarne alcune tra le più comuni e pericolose: Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi, Ornitosi, Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi. Meglio evitare, quindi, la foto ricordo nelle città storiche con un piccione in braccio? Ne abbiamo parlato con il dott. Stefano Ottolini, responsabile del Pronto Soccorso di Humanitas.

Dott, Ottolini, come si trasmettono queste malattie?
“Gli agenti eziologici di queste patologie si trovano negli escrementi dei piccioni. Non è necessario il contatto diretto, anche il vento, gli aspiratori o i ventilatori possono trasportare la polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli ospedali, nelle scuole e via dicendo, contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria, ed innescando i processi infettivi. Inoltre, ove sono presenti colonie di volatili, c’è sempre la presenza dei loro ectoparassiti, in particolare pulci, cimici, zecche ed acari, che spesso causano forti infestazioni all’interno di edifici ove sono posti i nidi, soprattutto nei sottotetti. Solai lordati dai loro escrementi, guano e carcasse contaminano pericolosamente l’ambiente. Questa è una fonte di seri problemi igienico-sanitari perché questi insetti sono a loro volta vettori di gravi malattie infettive ed anche potenziali parassiti dell’uomo”.

Si è parlato tanto dell’influenza aviaria, possono trasmettere anche quella?
“Finora non sono stati documentati casi di infezione da H5N1 in questi volatili. Gli esperti del Centro di Referenza Nazionale OIE/ FAO per l’influenza aviaria sostengono che i piccioni sono risultati molto poco sensibili all’infezione con virus influenzali aviari. Questo dato è supportato dal fatto che nel corso di epidemie influenzali verificatesi negli anni passati, questi volatili non sono mai stati interessati da fenomeni morbosi. Studi epidemiologici condotti nei focolai attivi di infezione hanno escluso che questi volatili possano fungere da portatori sani di infezione e, pertanto, che possano avere un ruolo nella diffusione dell’infezione e nel contagio di altri volatili o dell’uomo. Inoltre, esperimenti di laboratorio effettuati con virus aviari di diversa origine, incluso il sottotipo H5N1, confermano la resistenza di questi animali all’infezione. Tuttavia i piccioni insistenti nelle aree urbane, soprattutto se presenti in colonie numerose, possono essere veicolo di altre malattie, anche se di minore entità rispetto all’influenza aviaria”.

Quali consigli può dare per limitare i rischi di infezione?
“Consiglio di evitare il contatto diretto con i piccioni, ma anche evitare di toccare penne, piume e i loro escrementi. Se non è possibile proteggersi adeguatamente (per esempio con guanti in lattice monouso), lavarsi accuratamente le mani dopo il contatto con un sapone disinfettante. Evitare, poi, di nutrirli perché limitando le fonti di sostentamento, si riduce la proliferazione delle colonie. Infine, è bene procedere ad una adeguata disinfestazione dei luoghi preferiti per la loro sosta e la nidificazione come i sottotetti, solai, nicchie, eccetera”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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