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Pregliasco: Olimpiadi a Pechino, come viaggiare sicuri

17/06/2008

Per trasferte sicure e senza sorprese in vista delle Olimpiadi cinesi, il consiglio degli espertidella Simvim , Società italiana di medicina dei viaggi e delle migrazioni, e del prof. Fabrizio Pregliasco, virologo del dipartimento di sanità pubblica, microbiologia e virologia dell’Università degli Studi di Milano, è quello di vaccinarsi. E il suggerimento è valido sia per gli sportivi che partecipano alle Olimpiadi, sia per i tifosi che le vogliono semplicemente seguire da vicino. Solo in questo modo si evita il rischio di incorrere in infezioni “made in China” e la trasferta olimpica non si trasforma in un incubo. Ma quali sono le vaccinazioni consigliate? Morbillo, tetano, tifo, epatite A e B e contro la “diarrea del viaggiatore”. Un altro problema, poi, è quello legato alle infezioni di ordine alimentare causate da condizioni igienico-sanitarie scarse. Il consiglio migliore in questo caso è quello di adottare alcune semplici misure di prevenzione alimentare. Insomma, per chiarirci le idee e partire sicuri abbiamo approfondito l’argomento proprio con il dott. Fabrizio Pregliasco.

Dott. Pregliasco, in Cina è bene fare attenzione a quello che si mangia?
“È molto importante prestare attenzione a quello che si mangia in località dove le condizioni igienico-sanitarie sono scarse, come la Cina. Molte infezioni, infatti, si diffondono nell’organismo attraverso gli alimenti e le bevande contaminate da alcuni microrganismi. Si possono, così, contrarre la salmonella, il colera, l’epatite A e parassitosi di vario genere. È quindi consigliabile evitare alimenti come frutti di mare e pesce o carne crudi o poco cotti, uova crude, creme e intingoli vari, latte non pastorizzato e i suoi derivati come lo yogurt, frutta già sbucciata e verdura cruda, acqua non confezionata, ghiaccio o bibite di dubbia provenienza”.

Consiglia di vaccinarsi contro la “diarrea del viaggiatore”: di cosa si tratta?
“È un disturbo molto fastidioso che può rendere la vacanza un incubo. La ‘diarrea del viaggiatore’ è una infezione provocata dall’ingestione di acqua o cibi contaminati. Può avere molteplici cause, ma la più diffusa è il batterio Escherichia coli. Sicuramente evitare l’ingestione di bevande o alimenti a rischio è un’ottima misura precauzionale, ma esiste anche un vaccino intestinale (efficace addirittura contro il colera) che previene in modo sicuro questo disturbo e conferisce, così, una protezione crociata contro entrambe le infezioni. La vaccinazione avviene per via orale in due dosi. La prima si assume a distanza di due settimane dalla partenza e la seconda una settimana prima. Per i bambini dai 2 ai 6 anni, invece, le dosi sono tre sempre a distanza di una settimana l’una dall’altra. La protezione ha una durata di due anni e non vi sono controindicazioni”.

È opportuno vaccinarsi anche contro il tifo?
“Il tifo è una malattia infettiva causata dal batterio della Salmonella typhi che, per lo più, si diffonde tramite prodotti alimentari contaminati come, per esempio, i frutti di mare, l’acqua e la carne in zone dove le condizioni igienico-sanitarie sono scarse. Si manifesta con febbre alta, diarrea molto forte e dolori addominali. Si cura con antibiotici. L’ideale per non correre rischi è vaccinarsi. Esistono due tipi di vaccino. Uno si somministra per via orale, ingerendo tre compresse, una al giorno un’ora prima dei pasti e a giorni alterni. Questo tipo di vaccino difende anche contro i microrganismi paratyphi (che hanno caratteristiche simili a quelle typhi). La protezione inizia dopo quindici giorni e ha una durata di due anni circa. È controindicato per chi sta assumendo farmaci antibiotici o ha la febbre o sta prendendo antimalarici come la meflochina (profilassi antimalarica). In quest’ultimo caso, si deve aspettare almeno una settimana dalla profilassi antimalarica prima di iniziare il trattamento. Inoltre, la vaccinazione antitifica orale non può essere eseguita nei bambini nei primi tre mesi di vita ed è sconsigliata alle donne in gravidanza. L’altro tipo di vaccino contro il tifo è quello iniettabile, che prevede una sola somministrazione e svolge un’ottima protezione a circa dieci giorni dall’iniezione e con una copertura di circa tre anni. Può essere associato a tutti gli altri vaccini, ma non può essere eseguito nei bambini prima dei cinque anni di età, mentre può essere somministrato alle donne in gravidanza”.

Consiglia, inoltre, la vaccinazione contro l’epatite A e B: sono differenti?
“Sono entrambe infezioni del fegato, ma sono differenti sia come malattia sia come vaccinazione. L’epatite A è causata da un virus che si trasmette tramite cibo contaminato (ostriche, cozze, verdure) o acqua, il suo periodo di incubazione è di circa due-sei settimane e per lo più è asintomatica (oppure, a volte, si può manifestare una stanchezza e malessere generale) e si risolve spontaneamente. Non esiste una cura specifica. Si consiglia riposo a letto, vitamine e una dieta ricca di carboidrati e povera di lipidi per rimettersi in forze senza appesantire l’organismo. La vaccinazione anti-epatite A ha efficacia dopo circa due settimane dalla somministrazione, ma deve essere eseguito un richiamo dopo sei-otto mesi. Dopo questa seconda vaccinazione la durata della protezione è di circa dieci anni. L’anti-epatite A può essere eseguita in concomitanza con altre vaccinazioni o con l’inizio della profilassi antimalarica.

L’epatite di tipo B, invece, si trasmette a causa di trasfusioni di sangue oppure a causa di punture con aghi infetti, rapporti sessuali non protetti o attraverso l’uso di strumenti medici non accuratamente sterilizzati. Il rischio di questa infezione è che cronicizzi provocando malattie più preoccupanti come la cirrosi epatica. Ha un tempo di incubazione di 30-180 giorni. La vaccinazione è diventata obbligatoria da qualche anno in Italia per i bambini sotto i dodici anni. Il ciclo vaccinale prevede tre somministrazioni: la prima a tempo zero, la seconda a un mese dalla prima, la terza a cinque mesi dalla seconda. Dopo circa due settimane dalla terza iniezione, il vaccino è efficace, ma dopo sette anni è auspicabile un richiamo di una sola iniezione per mantenere la protezione per altri sette anni. Per chi ha necessità di una protezione in tempi più rapidi, lo schema di somministrazione può prevedere una dose a tempo zero, una seconda dose a distanza di un mese dalla prima e una terza dose a un mese dalla seconda. Addirittura, poi, da qualche tempo, è a disposizione anche un altro schema accelerato: la prima dose a tempo zero, la seconda dopo sette giorni e la terza somministrazione dopo ventuno giorni con un richiamo dopo un anno dall’ultima dose. In questi ultimi casi, però, l’organismo è più sotto pressione rispetto al primo schema. Si può eseguire contemporaneamente alle altre vaccinazioni senza che vi siano interferenze”.

In Cina esiste anche il rischio di tetano?
“Il tetano è una malattia infettiva acuta, non contagiosa, causata dal bacillo Clostridium tetani, che si trova nella polvere o nel suolo e penetra nell’organismo attraverso ferite, ustioni o altre lesioni cutanee. Questo bacillo produce una tossina che raggiunge i centri nervosi e può provocare crisi convulsive. Il rischio di prendere il tetano esiste in qualsiasi zona del mondo, soprattutto se le condizioni igienico-sanitarie sono scarse. La vaccinazione è, quindi, sempre consigliata prima di un viaggio. In Italia è obbligatoria alla nascita dal 1968 e un viaggio potrebbe essere un’ottima occasione per eseguire un richiamo (se l’ultima antitetanica è stata eseguita da meno di dieci anni) o iniziare un nuovo ciclo di vaccinazione antitetanica (se dall’ultima sono passati più di dieci anni). Il vaccino, somministrato tramite una iniezione, è controindicato alle persone che hanno in corso una malattia in fase acuta o che soffrono di allergia ai componenti del vaccino”.

Infine, suggerisce la vaccinazione contro il morbillo, che proprio in questi ultimi mesi si sta diffondendo prepotentemente in Italia?
“Effettivamente negli ultimi mesi i focolai di morbillo in Italia si sono moltiplicati tanto da far pensare a una epidemia. E non è un fenomeno che sta coinvolgendo solo il nostro paese, ma anche Svizzera, Austria e Germania. Si pensava che il morbillo fosse quasi del tutto eradicato, secondo i piani delle autorità sanitarie, mentre inaspettatamente è ‘risorto’ e necessita di una nuova diffusione di massa della vaccinazione. Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus (il morbillivirus). È molto contagioso e colpisce spesso i bambini tra uno e tre anni. Il contagio avviene tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando la persona con il virus tossisce o starnutisce. La malattia è caratterizzata da un periodo di incubazione di circa 10 giorni. Alla fine iniziano a manifestarsi i primi sintomi come febbre ed eruzione cutanea. La malattia è contagiosa e trasmissibile ad altre persone fino a cinque giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea, ma il pericolo di contagio è notevole tre giorni prima di quando compare la febbre, quindi nell’ultima fase di incubazione, quando ancora non si sa che la persona ha il morbillo. Per questo è difficile stare lontano da persone o bambini nella fase di incubazione. La vaccinazione contro il morbillo appartiene al gruppo di quelle consigliate per i bambini, che vengono eseguite (gratuitamente) dalle autorità sanitarie solo se i genitori lo desiderano ed è trivalente contro morbillo, rosolia e parotite, e prevede due dosi. La prima a partire dai 12 mesi di età del bambino e, comunque, entro i 15 mesi. Dopo questa dose è previsto un richiamo verso i 5-6 anni di età. Il vaccino, però, può essere somministrato anche in età adulta e non in modo trivalente. Come per tutti i vaccini vivi attenuati, la vaccinazione non viene effettuata nelle persone con un sistema di difesa naturale dell’organismo (sistema immunitario) debole o compresso, né, per precauzione, nelle donne in gravidanza o che desiderano esserlo nel mese successivo”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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