Psoriasi, una malattia anche psicologica?

Soffro di psoriasi ormai da diversi anni. Ho sentito dire che questa malattia può in parte avere origine psicologica. E’ davvero così? Potrebbe essermi d’aiuto una psicoterapia?

Risponde la dottoressa Emanuela Mencaglia

Sebbene si riconosca oggi una componente psicologica nell’insorgenza delle malattie dermatologiche, sono ancora pochi i lavori pubblicati su riviste internazionali che ne valutino scientificamente le connessioni.
La psoriasi è stata ipotizzata essere una malattia su base autoimmune o mediata da fattori immunologici. Frequentemente i pazienti affetti da questa patologia descrivono l’aggravamento dei sintomi dopo esperienze stressanti, ma il percorso psicobiologico che media questo passaggio non è stato ancora determinato nel dettaglio. In alcuni soggetti i fattori psicologici possono avere solo una minima incidenza sul decorso clinico e sui sintomi della malattia, in altri diventano invece precursori e determinanti.
Come succede spesso nelle malattie dermatologiche, che ‘mostrano’ all’esterno il disagio fisico, l’impatto psicologico determinato dalla psoriasi differisce da un paziente all’altro. Interventi atti a prevenire la paura della reazione degli altri alle lesioni sfiguranti della pelle possono comunque contribuire a migliorare la qualità di vita. Può essere d’aiuto individuare precocemente il disagio psicologico indotto da tale malattia, la correlazione tra l’esacerbazione dei sintomi e gli eventi di vita stressanti concomitanti, le problematiche legate alla gestione della malattia, il peso psicologico e il ritiro sociale conseguente.
Dal punto di vista psicologico le alternative terapeutiche e di supporto sono diverse, in base al tipo di disagio indotto. La psicoterapia, ad orientamento sia psicodinamico sia cognitivo, può essere presa in considerazione in pazienti affetti da psoriasi cronica. Da uno studio è emerso che un’alta reazione soggettiva allo stress era correlata ad una valutazione di maggior gravità, maggior prurito, valori più alti nei test che rilevano la depressione, e maggiori occasioni stressanti nella quotidianità. E’ inoltre stata evideziata l’utilità del training autogeno, per questi pazienti, utilizzato come tecnica di rilassamento.
In Europa si sta formando una rete di gruppi di sostegno di auto-aiuto che permettono di condividere l’esperienza di malattia con altri pazienti (www.europso.org).

Redazione Humanitas Salute: