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Bellezza

Hammam: benefici e rischi

02/12/2004

Gli Hammam o bagni turchi sono sempre più di moda e si moltiplicano in tante città italiane. I professionisti di Humanitas illustrano benefici e controindicazioni.

Il primo Hammam aprì a Torino qualche anno fa, ed era solo per le donne. Ora ce ne sono in tutte le città, anche per la clientela maschile.
Affascinante per la sua antica tradizione medio-orientale e per la sua connotazione al femminile, sta riscuotendo molto successo. Ci si va per rilassarsi, incontrarsi, dedicarsi alla cura del corpo, attratti anche dai decantati benefici che il bagno turco riserverebbe alla pelle: più elasticità, più luminosità, rinnovamento delle cellule. In una parola: una nuova giovinezza. Abbiamo chiesto ai professionisti di Humanitas qual è effettivamente l’effetto sull’epidermide dell’esposizione al caldo-umido caratteristico degli Hammam.

Che cosa succede quando si entra in un «calidarium», ossia la sala dove la temperatura è tra i 30- 60 °C e la percentuale di umidità raggiunge il 90-95%?
Succede che il corpo si scalda e, per difesa, produce una forte sudorazione. Ma il sudore, al contrario di quanto avviene in una sauna dove l’ambiente è secco, nel bagno turco per la forte umidità non riesce ad evaporare e ‘impregna’ la pelle. Più precisamente s’imbibiscono, ovvero si gonfiano, le proteine della pelle, cioè dello strato corneo. Se poi ci si intrattiene più di mezz’ora, la pelle formerà delle pieghe tipo quelle di quando si sta tanto nella vasca da bagno.

Ma questa idratazione dà benefici?
Questo fenomeno di idratazione forzata rende sì la pelle più elastica, levigata, apparentemente più giovane, ma gli effetti recedono dopo due o tre ore. A meno che, prima di uscire dall’Hammam, non ci si cosparga di unguenti specifici, detti autoidratanti, compatibili con l’acqua di cui la pelle si è imbevuta. Mentre non servono al mantenimento dell’idratazione ottenuta i massaggi con olii aromatici o essenziali, proprio perché gli oli non si mescolano con l’acqua.

Allora il bagno turco non ci fa davvero “rinascere”?
Indubbiamente l’Hammam, oltre a produrre un rilassamento psicologico, ha effetti benefici: stimola un ricambio dell’acqua, pulisce le vie respiratorie inumidendole, il che è importante perché viviamo in ambienti generalmente troppo secchi o condizionati; inoltre provoca un vasodilatazione e, di conseguenza, un miglior nutrimento della pelle. Per ottenere effetti positivi per la pelle occorre frequentare l’Hammam per almeno 15 giorni.
Il tempo massimo consigliato nella stanza più calda è di 20 minuti. Quando poi si passa dal calidarium al tepidarium, dove la temperatura è più bassa, cessano la sudorazione e la vasodilatazione, che riprenderanno poi tornando al calidarium. Questa specie di ginnastica vascolare e sudorale cutanea può essere utile a mantenere in buono stato la pelle.

La vasodilatazione e il miglioramento della circolazione sanguigna può giovare anche alla riduzione della cellulite?
Solo se poi non si mangia o si beve troppo. Il maggiore consumo di calorie che l’esposizione al caldo umido del bagno turco comporta, può contribuire anche a diminuire la cellulite: infatti l’organismo dovrà attingere dalle riserve di grasso per recuperare l’energia consumata nella frequentazione del bagno turco. Questo beneficio aumenta se ci si sottopone subito anche a un buon massaggio professionale.

Ma non bere troppo dopo il bagno turco non è a rischio di disidratazione?
No, proprio perché il bagno turco, rispetto alla sauna, si caratterizza per la presenza di forte umidità insieme al calore, il che allontana il pericolo della disidratazione corporea.

Dal punto di vista dermatolologico, ci sono casi in cui il rito rilassante e sociale dell’hammam risulta controindicato?
E’ vietato a chi abbia dermatiti infiammatorie in atto, per esempio dermatite atopica o psioriasi, che peggiorano per effetto dell’umidità, oppure malattie contagiose, come verruche o foruncolosi, perchè si possono trasmettere agli altri.
Va frequentato con cautela da chi soffre di funghi cutanei e ha una predisposizione a prenderli. L’ambiente caldo-umido, infatti, favorisce il loro proliferare così come quello dei batteri. Queste persone, però, possono usare l’accortezza di applicare creme a base di zolfo colloidale nelle zone di pieghe cutanee, come ascelle, inguine, tra le dita dei piedi e, per le donne, nelle pieghe sottomammarie, appena usciti dal bagno turco.
Anche chi soffre del fungo chiamato pitiriasi versicolor, quello che si manifesta con macchie bianche sulla schiena, dovrà usare una crema allo zolfo.

Per quali tipi di pelle, invece, i benefici saranno maggiori?
Per le pelli secche e desquamanti come quelle di chi fa la lampada abbronzante, prende troppo sole o è anziano, ovviamente se non ha problemi cardiocircolatori. Oppure per chi è stato per molto tempo in ambiente condizionato come su un aereo. Infine, è utile per chi cambia emisfero passando rapidamente dall’inverno all’estate o viceversa: questa ginnastica cutanea aiuta a superare lo stress stagionale.

Di Elisabetta Ranieri

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