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Vespe e zanzare: compagnia poco piacevole

17/07/2002

Arriva la stagione estiva, aumentano i rischi di essere punti dagli insetti. Ecco come prevenire le punture e i rimedi più efficaci

Pic-nic in campagna, passeggiate in montagna, lunghe ore in spiaggia: l’estate alle porte permette di trascorrere molte ore all’aperto. In giardini e in mezzo alla natura si possono incontrare insetti fastidiosi, specialmente se pungono. Ma come ci si può difendere da vespe e zanzare e quali rimedi si possono utilizzare dopo la puntura? Lo chiediamo al prof. Marcello Monti, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas e docente presso l’Università degli Studi di Milano.

Quali sono gli insetti pericolosi?
Gli insetti che più spaventano sono quelli che pungono. Sono diversi i motivi che li spinge a pungere, per alcuni è la necessità di nutrirsi, per altri di difesa. Sono due le principali classi di insetti ecco quali:
Gli ematofagi, cioè insetti che si nutrono esclusivamente di sangue
Zanzare: si trovano soprattutto nelle zone dove vi è la presenza di acqua, come stagni e laghetti. Sono molto diffuse soprattutto nella pianura padana e nelle zone costiere. Questi insetti pungono per procurarsi il cibo che è rappresentato dal sangue degli animali, ma anche degli uomini. Sono attratte probabilmente dell’odore del corpo, dalla temperatura e anche dagli stati d’animo.
Tafani: si tratta di insetti simili alle mosche, ma molto più grossi. Vivono dove vi sono cavalli, mucche e grandi animali da cui succhiare il sangue. Per mezzo di una sorta di proboscide lacerano la pelle dell’animale e prelevano il sangue. Come le zanzare, infatti, ne hanno bisogno per sopravvivere. In alcuni casi possono pungere anche l’uomo. Le punture sono dolorose e possono infettarsi.
Gli imenotteri, insetti in grado di pungere e iniettare un veleno
Api: volano e ronzano in orti e giardini, insomma dove vi sono fiori da impollinare. A differenza delle zanzare, le api, non “attaccano” sempre. Al contrario, per questi insetti la puntura è solo una reazione di difesa. Quindi pungono solo se si sentono minacciate poiché per loro è un comportamento fatale. Infatti, il pungiglione con il sacco contenente il veleno, che è collegato all’ultimo tratto dell’intestino, è di forma conica, ma segmentato perciò tende a conficcarsi nella pelle e a non uscire. In questo modo rimane nell’organismo della persona che è stata punta insieme all’addome provocando la morte dell’insetto.
Vespe: numerose si trovano in parchi e giardini, ma anche in spiaggia e in montagna. Spesso attirate dalle sostanze zuccherine volano vicino ai rifiuti. La vespa si riconosce dall’ape perché ha il corpo più allungato. E’ molto simile: anch’essa dotata di pungiglione punge per difesa. Tuttavia non muore in seguito alla puntura poiché il pungiglione è poco seghettato e non rimane intrappolato nella pelle.
Calabroni: sono i più grossi e anch’essi prediligono i fiori. Anche questi insetti, più grossi e rumorosi delle api e vespe, sono provvisti di un pungiglione per difendersi. E’ tuttavia molto raro che pungano, perché se non si sentono minacciati, preferiscono volare via.

C’è puntura e puntura
Le punture più comuni sono quelle delle zanzare. Provocano una reazione immediata di intenso prurito. Ciò è dovuto ad alcune sostanze che vengono rilasciate nella pelle, subito dopo che l’insetto ha succhiato il sangue. Nella parte dove si è verificata la puntura si forma un pomfo cioè un rigonfiamento, mentre tutt’intorno diventa molto arrossato.
Le punture degli imenotteri, invece, determinano una reazione immediata con arrossamenti, pomfi e prurito. Ma è il dolore/bruciore determinato dal veleno che è neuro-tossico, cioè colpisce i nervi, a caratterizzare queste punture. Solo in alcuni casi si può verificare una reazione ritardata, cioè una manifestazione pruriginosa qualche giorno dopo la puntura. Se la puntura è stata provocata da un ape è importante verificare che il pungiglione non sia rimasto nella pelle e provvedere alla sua rimozione, che altrimenti potrebbe provocare un’infezione. E’ sufficiente l’uso di una pinzetta per le sopraciglia (precedentemente disinfettata con alcol) per asportarlo. Ciò non è necessario nel caso di puntura di vespa. Quest’insetto è dotato infatti di pungiglione liscio che è perfettamente in grado di estrarre da sola, con la possibilità di utilizzarlo di nuovo.
Le punture dei tafani sono di dimensioni maggiori. Dove si è verificata la puntura, compare subito un grosso gonfiore talvolta accompagnato dal qualche goccia di sangue, causata dalla lacerazione della pelle. Per questo motivo si sente un dolore e bruciore immediato.

I rimedi se si viene punti
Le punture tendono a riassorbirsi spontaneamente dopo il naturale processo di infiammazione. Tuttavia vi sono alcuni accorgimenti da seguire. Il rimedio più naturale è quello di mettere un cubetto di ghiaccio, avvolto in un tessuto, sulla puntura. Il freddo, infatti, anestetizza la parte e fa diminuire il fastidio o il dolore. Un’altra sostanza in grado di spegnere l’infiammazione e il prurito è l’astringente, in particolare il Cloruro d’Alluminio (al 5 % in gel) che ha anche un forte potere disinfettante. Assolutamente da evitare ammoniaca o candeggina che sono caustici e cortisone che penetra lentamente e fa effetto quando il prurito della puntura è già finito. Il vero pericolo è rappresentato da una reazione allergica al veleno. Nelle persone predisposte si può verificare una reazione spropositata a una puntura di zanzara o di imenottero, provocando gonfiore, non solo della parte punta, ma anche del volto, delle labbra, della gola. Inoltre può verificarsi difficoltà a respirare o febbre, mal di testa, nausea: in questi rari casi è bene correre subito al pronto soccorso per evitare lo shock anafilattico.

Come ci si può proteggere?
Si consiglia l’uso di zanzariere alle finestre, ma anche prodotti specifici come zampironi o antizanzare elettrici, rigorosamente da spegnere prima di andare a dormire. Inoltre, poiché la luce attira gli insetti, non lasciare luci accese inutilmente. Chi utilizza diffusori di insetticidi deve sempre aerare il locale. Elettrici o zampironi, dotati di piastrine o liquidi, servono principalmente per tenere lontane le zanzare. Quando ci si trova all’aperto ricordarsi che gli insetti vengono attirati anche da creme, profumi, alimenti e sostanze dolci. Inoltre non dimenticare lattine di bibite aperte, di cui le vespe sono ghiottissime. Ricordarsi che le maniche lunghe e i pantaloni fanno da barriera e che i colori tenui sembrano attirare meno gli insetti. Infine, si possono utilizzare (dai tre anni in su) insettorepellenti, prodotti che si trovano in versione lozioni o spray.

A cura di Lucia Giaculli

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