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Alimentazione

Non posso stare senza tè

20/02/2007

Il suo uso risale al 2000 a.C., il tè è una delle bevande più diffuse del mondo e ha preziose proprietà nutritive.

Bere un tè caldo è un modo piacevole per iniziare la giornata o concedersi una pausa, ma anche per stare bene, infatti, oltre ad essere un piacevole rito quotidiano non tutti sanno che ha preziose proprietà nutritive. Scopriamo allora tutte le virtù di questo antico piacere insieme alla dott.ssa Manuela Pastore, dietista di Humanitas e all’esperta Francesca Natali, autrice del libro “I Segreti del Tè”.

Il tè rivendica a pieno titolo il privilegio di essere una delle bevande più antiche e consumate sulla terra; solo poche persone sanno resistere alle lusinghe del magico infuso, sul quale leggende e poesie hanno fatto storia. Le origini si perdono intorno alla figura dell’imperatore cinese Shen Nung, che verso il 2000 a.C. fu il primo ad assaggiare l’infuso: mentre si riposava all’ombra di un albero da tè e attendeva che la sua acqua bollisse, una foglia della pianta cadde dentro la sua tazza, regalando così all’imperatore il primo sorso di tè della storia.
Se la leggenda stabilisce che i primi a coltivare il tè sono stati i cinesi, la storia di questa pianta spiega come anche i giapponesi si interessarono alla coltivazione del tè di cui nel V secolo d.C. scrissero un vero e proprio trattato. La bevanda fece presto molta strada e dall’India del nord al Burma, dalla Thailandia all’Indocina, nel XVII secolo circa, grazie a olandesi e inglesi, arrivò anche in Europa; in Inghilterra invece dove il “tea time” è più un rito che un’abitudine divenne il “must” delle cinque grazie ad Anna, duchessa di Bedford.

Questa pianta merita il nome di tè per via delle foglie e delle gemme dell’arbusto sempreverde di Camellia Sinensis, specie originaria della Cina, del Tibet e dell’India del Nord che prospera nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo. Seppur l’albero sia la stesso vengono coltivati svariati tipi di tè che si differenziano essenzialmente dal metodo di preparazione, dalle zone di produzione, dal contenuto di sostanze minerali nel terreno e dalle condizioni metereologiche, deve infatti essere coltivato in regioni sufficientemente piovose.

Quali e quanti tipi di tè esistono?
Quello bianco è quello più prezioso esistente in commercio, l’infusione che si ottiene con i germogli raccolti e fatti essiccare è chiara ed ha un gusto sottile; il modo migliore per degustarlo è lasciarlo libero in infusione utilizzando tazze di vetro, di porcellana o nella tipica tazza “Zhong” cinese.
Il tè verde si presenta profumatissimo, non viene sottoposto ad alcun processo di fermentazione e le varietà migliori provengono da Giappone, Cina e Taiwan. Digestivo e tonico è perfetto dopo pranzo e nel pomeriggio, ed è un ottimo rinfrescante nei mesi estivi.
Il tè nero è la qualità più comune in occidente, sono stati gli inglesi a dargli questo nome per il colore scuro delle foglie seccate. Le sue foglie assumono un colore che varia dal verde al ramato grazie al processo di fermentazione, mentre il colore dell’infusione è bruno dorato.
Infine rimangono i tè “oolong”, il suo nome in cinese significa drago nero e si può considerare una qualità intermedia tra il tè verde e il tè nero: subisce come il nero il processo di fermentazione, che però viene bloccato dopo un tempo inferiore con la torrefazione. Ha un sapore meno deciso del tè nero ma meno rinfrescante del verde. L’infusione presenta un colore dorato.

Per ognuno, brevemente, quali sono i principali componenti del tè?
Il tè contiene sostanze nervine, prima di tutto teina, un analogo della caffeina, contenuta in quantità superiori (3-5%) a quelle riscontrabili nel caffè. La presenza poi di altre sostanze come teofillina e teobromina, ne accrescono ulteriormente il carattere nervino. Contiene inoltre sostanze ad azione antiossidante, composti polifenolici ed in particolar modo catechine (flavanoli), in ragione del 20-30% e tannini.
Contiene infine olii eterei e le sostanze resinose presenti gli conferiscono l’aroma e la fragranza caratteristiche. Dal punto di vista del contenuto di minerali è molto ricco di fluoro. Il tè nero subisce un’ossidazione enzimatica che riduce moltissimo il contenuto di catechine, il tè oolong essendo solo parzialmente fermentato è più ricco di catechine del tè nero, mentre nel tè verde, non venendo inattivati gli enzimi responsabili della fermentazione, mantiene inalterato il proprio corredo di sostanze polifenoliche. Si dice che bere tè aiuti a proteggere le arterie diminuendo il colesterolo cattivo, a prevenire tumori e a dare una buona sferzata di energia. Addirittura aiuterebbe contro la vecchiaia per la sua azione antiossidante.

Secondo la dott.ssa Pastore come tutte le sostanze nervine (caffè, cioccolato), il tè, se consumato con moderazione, rappresenta un tonico per il sistema nervoso. Ha anche un effetto diuretico, ma per quanto riguarda effetti preventivi come prevenire la vecchiaia od allontanare il colesterolo non ci sono studi in merito sufficientemente attendibili. D’opinione opposta invece è Francesca Natali che, supportata dal prof. Saverio Bettuzzi studioso degli effetti del tè verde nella prevenzione, ricorda nel suo libro come il tè rappresenti una panacea ed elisir di lunga vita. Numerosi medici, studiosi ed esperti botanici infatti si sono confrontati e continuano a farlo sui benefici del tè, che derivano essenzialmente da una classe di composti fenolici chiamati flavonoidi. Come nel caso di frutta e verdura questi flavonoidi, catechine e teflavine, hanno un potente effetto antiossidante, inoltre i composti di catechina producono un’azione regolatrice sull’organismo. Antispastici e antivirali, riducono la glicemia ed i grassi, proteggono il fegato ed anche i denti dall’attacco di batteri. Da recenti studi condotti in Russia, in America e in Giappone il tè avrebbe benefici effetti anche per la prevenzione di alcuni tumori.

A chi è sconsigliato?
Secondo la dott.ssa Pastore, il tè, essendo una sostanza con effetti eccitanti sul sistema nervoso, dovrebbe essere evitato da chi fatica a prendere sonno. Per la presenza di tannino il tè è sconsigliato in quei soggetti affetti da dispepsia (disturbi della funzione digestiva) o da disturbi dell’apparato gastroenterico.

Qualche consiglio per un buon acquisto?
L’esperta Francesca Natali raccomanda un occhio alla qualità: i negozi che offrono garanzie in fatto di tè conservano quelli in foglia in barattoli chiusi ermeticamente, così che l’umidità ambientale non ne alteri le qualità organolettiche ed inoltre devono essere esaurienti e competenti circa tutte le informazioni utili sul tipo di tè scelto. Meglio sicuramente acquistarne poco e spesso perché tende a seccarsi rapidamente; le foglie devono avere un bell’aspetto uniforme e i frammenti devono essere della stessa grandezza, infine, nella miscela non dovrebbero esserci né rametti né gambi e l’infuso deve risultare limpido.

“Benessere in infusione”
Le bevande calde come le tisane o miscuglio di erbe in infusione, che dir si voglia, hanno un buon effetto sull’organismo grazie alla loro azione vasodilatatrice. Sfruttare le proprietà delle piante è il metodo più antico e tradizionale di cura che si conosce nella storia: si possono prendere per disintossicarsi, per favorire il sonno o combattere i soliti disturbi stagionali come un banale raffreddore. La tradizione insegna per esempio che la betulla è diuretica e serve per contrastare la ritenzione di liquidi, la camomilla favorisce l’attenuarsi dei bruciori di stomaco, il finocchio aiuta a togliere il gonfiore addominale e la malva è l’erba che cura le bronchiti con catarro e ha anche una leggera azione lassativa grazie alla presenza di mucillagini. Però, anche se infusi e tisane rimandano al ricordo dei “rimedi della nonna” quindi di per sé innocui, bisogna in realtà prestare particolare attenzione. Con l’aiuto della dott.ssa Pastore capiamo il perché.

“Le erbe contengono principi attivi che, anche se in genere in maniera blanda, agiscono esattamente come i farmaci: per i disturbi di lieve entità possono valere anche i consigli di un fidato erborista, ma per quelli più importanti è assolutamente necessaria la prescrizione di un medico esperto in materia”.
Altro problema: alcune piante in particolare devono essere impiegate con qualche cautela in più e, comunque, sentito il parere del proprio medico curante. “Per esempio le erbe della famiglia delle Asteracee, come l’echinacea, nota erba che stimola le difese immunitarie dell’organismo, in alcune persone può causare reazioni di intolleranza o allergiche”, avverte la dott.ssa. In ogni caso, per trarre benefici da queste erbe e tisane basta seguire alcune regole: sentire un esperto, non sperimentare miscele “fai da te”, seguire scrupolosamente dosi e modalità di assunzione.

A cura di Cristina Florio

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