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Serena e il laser: “Lo rifarei a occhi chiusi”

15/07/2013

Serena ha detto addio agli occhiali che portava da quando aveva quindici anni: «Sono soddisfatta al cento per cento». I suoi -3,75 e -3,50 decimi le imponevano il vincolo quotidiano degli occhiali e dopo aver anche provato per un periodo le lenti a contatto usa e getta si è lasciata incuriosire dalla possibilità di operarsi. L’iter è abbastanza semplice: ci si sottopone alle visite di controllo per accertarsi che i difetti visivi siano stabili e non tendano ad aumentare ulteriormente, aspetto che assicura la buona riuscita dell’intervento. Nel caso di Serena, la miopia le è stata corretta del tutto. Le visite preoperatorie servono allo staff medico per conoscere il paziente non solo rispetto alla correzione da apportare, ma anche circa l’anatomia oculare e lo stile di vita. L’intervento si è svolto in regime ambulatoriale e in anestesia locale (collirio), per cui durante l’operazione non si avverte alcun dolore.

 

«È come se non fossi mai stata miope!»

«E poi? – le chiedo –, una volta finito?». «E poi vedi il mondo a colori». Ecco, a questa cosa non ci avevo mai pensato. Sarà proprio perché gli occhiali li porto anche io da quando avevo tre anni. Serena mi spiega: «Possiamo avere gli occhiali migliori, la montatura giusta, le lenti adeguate con tutti gli accorgimenti che aiutano la visione, possiamo tenerle pulite e stare attenti che non si graffino o non si rovinino, ma gli occhiali restano un filtro. E i colori del mondo passano attraverso quel filtro». Ovvio, no? Chissà com’è che non ci ho mai pensato prima.

Chiedo a Serena se si vede subito bene o se ci vuole un po’ di tempo, mi spiega che le prime 24 ore sono state dure, che ha avuto bisogno di stare a riposo, al buio, sdraiata. Gradualmente però la situazione è migliorata e oggi è «come se non fossi mai stata miope».

Quali i vantaggi dell’essere senza occhiali? Oltre a vedere il mondo a colori, senza occhiali risalta il viso, si tengono gli occhi più aperti, si può guidare comodamente, andare al mare senza doversi armare di lenti a contatto, occhiali da sole graduati e non, colliri, disinfettanti, ecc. «E poi – continua Serena – puoi entrare d’inverno nei locali e non aver quei cinque minuti di smarrimento dettati dal fatto che hai gli occhiali appannati e non sai come muoverti!».

 

Il piacere di poter fare a meno degli occhiali

Possono sembrare un accessorio innocuo, gli occhiali, e in un certo senso è vero, ma chi li porta sa che sono molto di più. Fanno parte di te, della tua personalità, ti distinguono, ti appartengono, ti accompagnano sempre, salvo pochi momenti della giornata, in cui per la maggior parte del tempo sei a occhi chiusi. Il primo gesto che un portatore di occhiali fa al mattino è allungare la mano sul comodino per cercarli e indossarli. Per alcuni non è mattina finché non si beve il caffè, ecco per me non è mattina finché non metto gli occhiali!

Anche Serena lo sottolinea ridendo: «Nei primi tempi dopo l’operazione avevo ancora l’abitudine di allungare la mano al mattino a cercare gli occhiali o tendevo durante il giorno a tirarli su con la mano. Gesti incondizionati, ma che accomunano tutti quelli che indossano gli occhiali».

Nonostante la fatica dei primi giorni però la qualità della vita dopo l’operazione è eccellente, «lo rifarei a occhi chiusi» chiude Serena, sempre ridendo per una battuta non voluta. A occhi chiusi, per poi aprirli e vedere i colori del mondo. Penso io.

 

di Valeria Leone

 

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