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Guanti (da moto) anche d’estate!

14/05/2015

Guanti che non hanno nulla a che fare col freddo, il ghiaccio, la neve e le intemperie, ma che possono essere estremamente utili anche durante i periodi più caldi dell’anno. Si tratta dei  guanti usati per andare in moto. Insieme al dottor Loris Pegoli, scopriamone le caratteristiche essenziali per prevenire traumi a dita e mano.

I polsi e le mani sono strutture estremamente delicate e sofisticate che, mentre si va in moto, possono essere sottoposti anche ad un notevole stress, non solo di tipo vibratorio ma, a volte, anche traumatico.

I guanti da moto ideali

I guanti da moto devono estendersi oltre 5 cm al di sopra del polso al fine di dare stabilità all’articolazione, resistere alle abrasioni (grazie a particolari imbottiture in materiali molto avanzati dal punto di vista tecnologico) e non sfilarsi in caso di caduta. Solo i guanti omologati con codice EN13594 hanno queste particolari caratteristiche.
 
“La parte del palmo deve essere in materiale morbido traspirante con una minima imbottitura, per ammortizzare le vibrazioni e consentire una corretta flessione delle dita e una salda presa, quella dorsale provvista di protezioni (ne esistono di vari tipi, un esempio di materiale è il carbonio) in corrispondenza delle articolazioni. Utili, infine, i guanti con stabilizzazione per il polso e per le dita a rinforzare i legamenti”, afferma il dottor Loris Pegoli, ortopedico del Centro di Chirurgia della Mano di Humanitas Mater Domini.
Ma il guanto è solo il punto di partenza per essere sicuri e godersi la moto.

Le mani sulla moto: impariamo a conoscerle

La mano è un distretto anatomico molto complesso, nel quale varie strutture interagiscono per coordinare precisione e forza: le articolazioni del polso e delle dita sono “azionate” da muscoli e tendini. Alcuni di questi partono dal gomito e arrivano al polso e alle dita, altri hanno origine e terminano nella mano stessa. I legamenti, inoltre, danno stabilità alle articolazioni, permettendo ai tendini di mantenere la posizione e la presa.
Queste strutture tutte ben coordinate, tra i vari scopi hanno quello di tenere la mano destra sull’acceleratore con il dito indice e medio sulla leva del freno anteriore, per ridurre al minimo il ritardo di frenata. Questo tipo di posizione sollecita in maniera prolungata i tendini dell’avambraccio deputati a ciascuna di queste due dita, potendo portare con il tempo e l’eccessiva sollecitazione a problematiche principalmente di tipo infiammatorio.

Lunghe distanze e vibrazioni: quali i rischi?

Lunghe distanze senza soste, possono alterare la presa delle mani sul manubrio e la loro funzionalità. La protratta contrazione dei muscoli flessori, che partono dal gomito e arrivano alle dita causano, infatti, perdita di forza e quindi efficacia della guida.

Le vibrazioni sono un altro stimolo a tutte le componenti del polso e della mano. In caso di vibrazioni importanti, l’impegno delle strutture anatomiche a mantenere la corretta guida è maggiore con un sovraccarico importante a muscoli e tendini e conseguente perdita di forza. Inoltre, una compressione ripetuta a livello del polso può causare formicolii alle dita, con a volte impossibilità a continuare la guida stessa.
Un buon allenamento è fondamentale, sia in amatori che atleti.

Durante la Giornata Nazionale per la Salute della Mano 2015 (sabato 16 maggio), i medici di Humanitas Mater Domini sono a disposizione per consulti gratuiti a coloro che soffrono di disturbi alle mani, clicca qui per leggere ulteriori informazioni.

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