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Alimentazione

La dieta può influenzare l’età della menopausa?

16/07/2018

Potrebbe esserci una correlazione fra alimentazione seguita ed età in cui una donna entra in menopausa. A sottolineare il possibile collegamento fra questi due aspetti è stato uno studio inglese, il quale però non avrebbe ancora messo in luce quale legame ci sarebbe fra l’irrinunciabile appuntamento fisiologico femminile e la dieta. D’altro canto è noto che andare in menopausa troppo precocemente porta a maggiori rischi di patologie coronariche e fragilità ossea, così come andarci tardivamente fa aumentare il rischio di tumore al seno. Una menopausa anticipata inoltre accentua il declino cognitivo. Ne parliamo con la dottoressa Francesca Albani, dietista di Humanitas.

 

Qual è l’età giusta per andare in menopausa?

Andare in menopausa troppo presto, cioè prima dei 50 anni, non è esente da rischi. D’altro canto anche una menopausa tardiva che interviene dopo i 55 anni non è esente da problemi di salute e comporta una probabilità doppia di sviluppare tumori al seno. Che ruolo ha la dieta nella determinazione dell’età in cui una donna entrerà in menopausa? Nella corposa ricerca inglese realizzata su un campione di 14 mila donne di età compresa fra i 35 e i 69 anni è stato possibile verificare tutti i dati utili allo studio solo su mille partecipanti. Secondo i ricercatori un numero comunque interessante per trarre delle conclusioni. Dall’analisi di questi dati è emerso che le donne che consumavano abitualmente pesci grassi come la trota, la sardina o l’aringa, ma anche verdure e leguminose (e che per questo potevano contare su un buon apporto di zinco e vitamina B6) hanno avuto la menopausa mediamente tre anni più tardi rispetto alle altre.

“L’età media in cui si colloca la menopausa è tra i 45 e i 55 anni – ha spiegato la dottoressa Albani -. Sono implicati diversi fattori nella comparsa di questa importante fase della vita. Esiste una menopausa precoce, ad esempio, che interessa una piccola percentuale di donne, dovuta a fattori genetici. Esistono poi altri fattori esterni che possono anticiparne la comparsa quali anomalie cromosomiche, alcuni tipi di trattamenti farmacologici o chemioterapici, alcune particolari condizioni cliniche, come l’endometriosi”.

 

Quali cibi possono influenzare l’età della menopausa?

Le donne che seguivano una dieta ricca di cibi raffinati sono entrate mediamente in menopausa un anno e mezzo prima delle altre, così come quelle vegetariane, mentre il consumo di uva e pollame sembra in grado di rallentare l’arrivo della menopausa per le donne che non hanno avuto figli.

In generale la letteratura scientifica ad oggi disponibile suggerisce di portare a tavola cibi ricchi di antiossidanti. La sola dieta non è, però, sufficiente a contrastare le problematiche metaboliche della menopausa: un’attività fisica costante, associata all’integrazione di vitamina D, ha dimostrato importanti effetti sul sistema immunitario, non può che giovare alla salute generale della donna.

“Alimentarsi in modo adeguato e non far mai mancare alcun tipo di nutriente è importante per arrivare preparate a questo momento, che si caratterizza, nella maggior parte dei casi, da un aumento ponderale e da una diversa distribuzione del grasso corporeo, localizzato soprattutto nell’addome – ha concluso Albani -. Sicuramente una dieta che preveda l’assunzione di cibi cosiddetti “antinfiammatori”, quindi ricchi di omega 3, come quelli citati dallo studio può essere un’ottima indicazione che pone le basi per l’impostazione di uno stile alimentare più sano anche dopo.

Lo zucchero e i cibi raffinati inducono nel nostro organismo uno stato di infiammazione perciò è sempre bene controllarne il consumo.

Il consiglio che darei io ai miei pazienti è quello di curare la composizione del pasto e suddividere il piatto in 3 parti: la fetta maggiore sarà occupata da vegetali e ortaggi, cercando di variare il più possibile, un’altra porzione dovrà essere occupata dalle proteine, cercando di aumentare il consumo di pesce, specialmente pesce azzurro e salmone e di legumi, controllare il consumo di carne bianca magra e uova, limitare le carni conservate e i formaggi grassi scegliendo quelli più magri e avendo cura di ruotarli nell’arco della settimana. L’ultima porzione del nostro piatto sarà occupata dai cereali, specialmente integrali, scegliendo ad esempio pasta e riso integrali, orzo, farro, miglio, pane di segale.

Abbinare uno stile di vita “sano” che preveda l’astensione da fumo e un’attività motoria quotidiana”.

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