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Sisma, Telefono Azzurro: come spiegare ai più piccoli cos’è successo

26/08/2016

Come aiutare i bambini sopravvissuti al sisma a superare il trauma? In collaborazione con le istituzioni che stanno prestando i soccorsi, si sono attivate anche alcune onlus impegnate nella difesa dei diritti dei più piccoli. Regione Lazio e Save the Children, ad esempio, hanno attrezzato un’area a misura di bambino ad Amatrice mentre un’altra sarà operativa nei prossimi giorni ad Accumoli, sempre nel reatino. In collaborazione con la Protezione Civile Telefono Azzurro si sta organizzando per sostenere bambini, adolescenti e adulti.

In questi casi è importante aiutare i minori a recuperare un senso di normalità e a superare il trauma subito. “L’impatto sui bambini di un evento traumatico come il terremoto è particolarmente forte”, ha dichiarato Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile. “Molti di loro si trovano a dovere affrontare sensazioni prima sconosciute, come la paura, il lutto, la perdita della casa e delle proprie abitudini, la vista di immagini drammatiche. È normale, in queste situazioni, provare paura intensa, senso di impotenza, di angoscia, di confusione che possono però scomparire in breve tempo”.

(Per approfondire leggi qui: Terremoto, soccorso psicologico per limitare lo stress e salvare il cuore)

Il ruolo degli adulti, in particolare dei genitori, è dunque essenziale. A loro si rivolge Telefono Azzurro con una serie di consigli utili per aiutare a gestire il trauma. È importante trovare il tempo e la tranquillità necessari per stare insieme e parlare con loro. Gli adulti dovrebbero evitare di mostrare ansia e preoccupazione e nelle risposte alle domande dei bambini dovrebbero usare parole semplici ed esempi concreti. Tutto ciò nel rispetto delle loro emozioni. Importante anche evitare di far rivivere quel trauma, ad esempio esponendoli ripetutamente alle immagini del terremoto in Tv, e prestare attenzione al modo in cui i bambini esprimono l’ansia.

In particolare, ai genitori di piccoli fino a 6 anni si raccomanda di:

  • star loro molto vicini, evitando separazioni a meno che non sia strettamente necessario;
  • rassicurarli e farli sentire protetti, mostrandosi il più possibile tranquilli;
  • dedicarsi ad attività rilassanti, insieme: leggere una fiaba, passeggiare, giocare, ascoltare la musica.

Se invece i bambini sono in età da scuola primaria i consigli sono di:

  • aiutarli a dare un nome alle emozioni, per riuscire a definirle e quindi a gestirle;
  • ascoltarli quando desiderano parlare, accogliendo le loro domande e fornendo risposte chiare e semplici;
  • rassicurarli sul fatto che è del tutto normale sentirsi tristi e arrabbiati e che non si devono sentire “cattivi” o “sbagliati” se sperimentano queste emozioni.

(Per approfondire leggi qui: Sisma, dal Centro Nazionale Sangue l’invito a programmare le donazioni)

Infine a genitori di preadolescenti e adolescenti l’invito è di:

  • dar loro supporto e rispettarne sempre punto di vista ed emozioni;
  • farli sentire importanti nella gestione delle prime ore dopo il sisma e nel processo di ritorno alla normalità, valorizzando il loro aiuto e le loro capacità;
  • prestare attenzione a eventuali comportamenti aggressivi o autodistruttivi. Se dovessero persistere, chiedere l’aiuto di un esperto.

 

Foto tratta da cri.it

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