Alcuni sostengono che l’orologio biologico che scandisce i tempi della fertilità non esiste. Vero o falso? Risponde la dottoressa Annamaria Baggiani, Responsabile del Servizio di Infertilità Femminile e PMA di Humanitas Fertility Center.
“Falso. L’orologio biologico esiste, scandisce i tempi della fertilità e si chiama riserva ovarica – spiega la specialista. – Si tratta del patrimonio follicolare che fin dalla nascita una donna porta con sé, un ‘tesoro’ destinato però a ridursi tempo con il passare dell’età fino all’arrivo della menopausa. La riserva ovarica al momento delle prime mestruazioni è di 1-2 milioni di follicoli ma progressivamente e con il passare degli anni tale numero è destinato a ridursi tanto che, nella donna adulta, già a 30 anni il patrimonio follicolare nelle ovaie si riduce al 12% circa rispetto a quello presente alla nascita. La riserva ovarica si può misurare in qualsiasi fase dell’età grazie ad esami del sangue basali effettuati in fase mestruale, quali per esempio il dosaggio dell’FSH, cioè l’ormone follicolo stimolante, il dosaggio dell’ormone antimulleriano AMH indipendente dal giorno del ciclo e un esame ecografico transvaginale effettuato entro il 5° giorno del ciclo mestruale che permette di misurare la volumetria ovarica e contare il numero dei follicoli antrali. Oltre all’età che comporta una riduzione del numero di ovuli, un altro fattore che gioca un ruolo nel meccanismo della fertilità è l’invecchiamento qualitativo degli ovociti stessi che rappresenta un ulteriore ostacolo al concepimento in età matura.