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Brasile 2014, i mondiali di Josè Altafini

04/07/2014

Chi meglio di José Altafini può dire qualcosa sui Mondiali di calcio brasiliani? Grandissimo calciatore e popolarissimo telecronista, Altafini è noto ai più giovani per il suo «Incredibile amici!» urlato al microfono nel corso delle centinaia di partite commentate per Tmc, Tele+, Sky e Rai Sport.

Ma José la sua vera fama l’ha costruita a suon di gol sui campi di gioco: campione del mondo con la maglia del Brasile nel 1958, campione d’Europa con quella del Milan nel 1963 (sua la doppietta che in finale ribaltò il Benfica di Eusebio), quattro volte campione d’Italia (due col Milan e due con la Juventus), autore di 216 gol in Serie A (superato solo da Piola, Francesco Totti e Nordahl), dove ha giocato anche con la maglia del Napoli. Per lui anche sei presenze e un Mondiale con la Nazionale azzurra.

José Altafini, chi vincerà i Mondiali di calcio del Brasile?

«Domanda difficile perché non c’è una squadra superiore alle altre. La Spagna campione in carica è già uscita, secondo me le favorite a questo punto sono il Brasile, l’Argentina e la Germania».

 E l’Italia, è andata davvero male…

«Gli Azzurri avevano preparato l’appuntamento con grande scrupolo, come dimostra anche l’allenamento fatto nella sauna in Italia, prima di partire, per riprodurre le condizioni ambientali della partita d’esordio, caratterizzata dal caldo e dall’umidità di Manaus. Ma non è andata bene, peccato siano usciti così in fretta…».

È così difficile giocare a calcio in piena foresta amazzonica?

«Altroché. In generale, è un Mondiale molto faticoso per le temperature e per gli spostamenti tra un campo e l’altro. Per esempio, la Nazionale italiana ha percorso 13mila chilometri per le sue tre partite del girone eliminatorio, distanza appesantita dalla strana scelta di aver insediato il proprio quartier generale a Mangaratiba, vicina a Rio de Janeiro ma molto lontana da Manaus, Recife e Natal, dove la squadra di Prandelli ha sfidato Inghilterra, Costa Rica e Uruguay. Un vero peccato è che gli Azzurri non siano riusciti a giocare nessuna gara a San Paolo o Curtiba, dove vivono tantissimi brasiliani di origine italiana».

Come segue i Mondiali brasiliani? Direttamente dal Brasile? Dove possiamo ascoltare le telecronache di José Altafini?

«No, quando vado in Brasile lo faccio per stare con i miei familiari: seguire sul posto questo Mondiale sarebbe stato troppo faticoso per via delle grandi distanze tra le città che ospitano le partite. Purtroppo non faccio neanche le telecronache. Mi secca moltissimo ma dopo tanti anni di lavoro la televisione mi ha tagliato fuori per ragioni di budget. Sto raccontando il Mondiale attraverso un circuito legato a un’importante società di scommesse».

Un’ultima domanda. Come aveva vissuto il “Maracanazo”, vale a dire la partita che nel 1950 aveva visto il Brasile cedere in casa all’Uruguay facendo sprofondare nel dramma un intero Paese?

«Della partita ricordo poco, avevo solo 12 anni. Ricordo però la sofferenza e la delusione degli adulti. Ecco, sarebbe stato bello se il Brasile avesse avuto la possibilità di giocarsi la finale del Mondiale 2014 proprio con l’Uruguay, una squadra sempre agguerrita che è diventata la nostra eterna rivale, ma che in questa nuova edizione brasiliana del Mondiale, purtroppo – dopo avere eliminato l’Italia – è uscita prima di arrivare alle sfide finali».

 

a cura di Salvo Anzaldi

 

 

 

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