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Tecnologia

Trapianto di cornea, una tecnica innovativa

02/09/2003

Presso l’Istituto Clinico Humanitas il dottor Paolo Vinciguerra, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica, ha messo a punto una nuova tecnica che consente di controllare, durante l’intervento chirurgico e non a distanza di tempo, l’astigmatismo che spesso si verifica in seguito ad un trapianto di cornea. Astigmatismo dovuto alla cicatrizzazione dell’organo trapiantato, che rende irregolare la superficie corneale.
“La cornea – spiega Vinciguerra, che in Humanitas è coadiuvato dal dottor Pietro Rosetta e dalla dottoressa Elena Bernasconi – è una lente naturale dell’occhio, la prima che la luce attraversa per giungere alla retina. E’ responsabile per l’80% della messa a fuoco dell’immagine: per questo la sua trasparenza e la sua regolarità sono indispensabili per una corretta visione.
Quando queste caratteristiche vengono a mancare, ad esempio a causa di alcune patologie spesso congenite o ereditarie, si rende necessario il ricorso ad un trapianto di cornea: l’intervento consiste nell’asportazione della porzione centrale, suturando al suo posto il lembo corneale di un donatore”.
Fino a pochi anni fa veniva considerato un successo chirurgico il solo attecchimento dell’organo innestato, senza fenomeni di rigetto: i chirurghi o non prestavano attenzione all’astigmatismo post-operatorio, oppure sottoponevano il paziente a successivi interventi correttivi. Oggi, invece, le prospettive sono cambiate: si tende non solo al recupero delle strutture oculari danneggiate, ma anche al conseguimento della migliore visione possibile. Tuttavia, l’irregolarità corneale continua ad essere valutata a distanza di tempo.
La tecnica messa a punto dal dottor Vinciguerra, invece, grazie all’introduzione del topografo corneale in sede intraoperatoria, permette di avere informazioni sulle irregolarità della superficie del lembo impiantato e sull’astigmatismo già durante l’intervento, aiutando il chirurgo ad eliminarli. L’intervento, così, è molto più preciso, e la visione del paziente migliora subito dopo.

Un topografo ad hoc
“Il topografo corneale che utilizziamo durante l’intervento – precisa il dottor Vinciguerra – è uno strumento specifico, studiato e realizzato per un uso intraoperatorio: è dotato di un braccio bilanciato che lo tiene posizionato sopra il lettino, è miniaturizzato ed è rivestibile con teli sterili. Proietta sulla superficie corneale una serie di anelli concentrici, dai quali deriva un’immagine che, analizzata da un computer, fornisce indicazioni dettagliate sulle difformità presenti.
I vantaggi per il paziente sono notevoli: identificando e correggendo eventuali errori durante e non dopo l’intervento, infatti, si ottengono risultati di qualità superiore (astigmatismo inferiore ad una diottria) in una percentuale molto più alta di casi, e soprattutto si minimizza l’ulteriore disagio del ricorso ad operazioni successive al trapianto.
La verifica intraoperatoria è utile anche a noi chirurghi, che potendo appurare in tempo reale la resa della nostra tecnica riusciamo via via a migliorarci. Inoltre, ci ha portato a sviluppare una serie di strumenti nuovi: ad esempio i marcatori, un sistema in grado di definire il posizionamento ottimale delle suture (spaziatura, orientamento e distanza) già durante la topografia che effettuiamo prima dell’intervento”.

Un bilancio molto positivo
Questa tecnica rappresenta un’innovazione importante in un campo che, al momento, non ha grandi prospettive: l’unica eccezione è rappresentata dalle cellule staminali, che tuttavia costituiscono una valida alternativa al trapianto solo in alcuni casi, ad esempio per patologie che danneggiano la parte superficiale dello strato corneale.
“Stiamo utilizzando questa tecnica già da tre anni – prosegue Vinciguerra – anche se fino ad ora siamo stati molto prudenti nel diffondere i risultati, perché dopo l’intervento bisogna attendere un anno prima di togliere la sutura, e ancora un altro anno perché avvenga la completa stabilizzazione della vista. Oggi, i 220 pazienti operati con questa metodica e tenuti in osservazione costituiscono una base statistica ampia, che ci permette di affermare che questa tecnica dà risultati significativi. E le prospettive per il futuro sono di un ulteriore miglioramento, legato al perfezionamento dell’utilizzo intraoperatorio del topografo”.

Quando il trapianto di cornea è indispensabile

Gli interventi con il laser ad eccimeri o i trapianti lamellari, ossia parziali, costituiscono delle valide alternative al trapianto di cornea, che tuttavia in alcuni casi rimane l’unica soluzione possibile:
– quando l’endotelio (lo strato interno della cornea) perde la propria funzionalità, causando opacità della cornea
– in caso di patologie ectasiche (caratterizzate da una deformazione della cornea) associate ad un grave assottigliamento della cornea
– in caso di patologie degenerative in stato avanzato.

REFR@CTIVE.ONLINE
Non solo trapianti. Dall’11 al 13 settembre, 600 oculisti di tutto il mondo si incontreranno all’hotel Mariot di Milano per la quarta edizione di “Refr@ctive.online” , il convegno mondiale di chirurgia refrattiva. Quest’anno tra le novità che saranno presentate nel corso l’evento organizzato dal dottor Paolo Vinciguerra di Humanitas ci saranno la correzione della presbiopia con il laser e le nuove tecniche di “ablazione personalizzata” e controllo intraoperatoria della qualità dell’intervento. Per maggiori informazioni sul Convegno si può consultare il sito www.refractiveonline.it.

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