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Beatrice: “Vincere il tumore al seno si può!”

17/10/2012

Con le cure, con l’amore di chi ci ama, con la speranza e l’accettazione, poiché nella vita ci sono ‘fragole dolci’ ma anche ‘fragole amare’, che dobbiamo imparare ad accogliere e apprezzare per ciò che ci possono insegnare. Questo è il pensiero di Beatrice, giovane blogger, desiderosa di aiutare molte donne che come lei sanno o non sanno cosa vuol dire convivere con la malattia. Attraverso il suo blog e con una mostra fotografica, in Humanitas dal 20 ottobre, ci racconta la sua esperienza di donna guarita.

La voce di Beatrice al telefono è squillante, anche se un po’ raffreddata, è una voce piena di vita, di entusiasmo, di energia positiva, la stessa energia che si incontra leggendo i suoi post, pubblicati in Fragole amare, il blog a cui ha dato vita dopo aver scoperto di essere stata colpita da un tumore al seno.

La vita di Beatrice è cambiata all’improvviso, a soli 26 anni, due giorni prima di festeggiare il Natale con la famiglia, senza quasi riuscire a rendersene conto e, mi confessa “ancora oggi non so se questa consapevolezza ce l’ho, ancora me lo chiedo”. Inizia così un periodo lungo e difficile, fra l’apprensione e la confusione di tutti, “..tutti i miei progetti, la mia professione che era lì lì per spiccare il volo, i miei sogni, tutto fermo e bloccato improvvisamente, come nel cartone della Bella addormentata…”, scrive Beatrice sul blog. “Ansia, agitazione, paura, un senso di smarrimento si addensano nella mente in poco tempo, cambiando la mia vita e quella della mia famiglia. E la seconda ‘mazzata’ è arrivata dopo l’operazione, dopo la biopsia sul linfonodo. Non ci sono metastasi, fortunatamente, poiché il linfonodo è sano, ma i medici consigliano di intraprendere un ciclo di terapie, prima la chemioterapia e poi la radioterapia, a scopo cautelativo. Sono guarita e questa è la notizia positiva, ma mi aspettano mesi di dolore e sofferenza fisica e psicologica. Un’altra batosta per tutti”.

A marzo di quest’anno, dopo l’operazione nasce l’idea di aprire il blog. “Avevo iniziato a raccontare qualcosa di me su facebook, ho scritto che avevo superato la prova d’esame di stato per diventare psicologa una settimana dopo l’intervento e tantissime persone hanno apprezzato il mio gesto, hanno sentito la mia forza e la mia positività e allora ho capito che il mio messaggio doveva arrivare a tutti, soprattutto alle donne che come me stavano soffrendo e magari non avevano la forza di reagire. Ho deciso allora di condividere la mia esperienza.”

Così, attraverso il blog, Beatrice racconta il suo viaggio, fatto di dolore e sofferenza, per lei e per i suoi cari, in cui “ritrovi le persone che ti sono sempre state vicine, la mamma e il papà e mia sorella, in primis, i miei zii e cugini, il mio fidanzato e molti amici, ma scopri anche cose che non ti aspettavi. Alcune persone ti sono più vicine pur essendo lontane, altre che sono vicine invece si allontanano da te perché hanno paura della malattia, e ciò che mi ha colpita – confessa – è che sono stati soprattutto i più giovani ad avere paura, ad allontanarsi quando più avevo bisogno di loro. Non tutti sono stati capaci di affrontare la paura.” Nel viaggio si incontrano altri momenti difficili, oltre alla sofferenza fisica, alla stanchezza e alla paura di ciò che sarà, in cui “mi chiedo se sono giorni di vita vissuta o momenti immaginari”, emerge un altro lato oscuro: la relazione con il proprio corpo che cambia. “Questo è stato uno dei momenti più difficili; dopo aver iniziato le terapie, prima c’è stata la perdita dei capelli, poi il gonfiore, cui naturalmente si aggiungevano il dolore e la stanchezza. Pensavo di essere pronta, ma non lo ero, poi mi sono adattata. E l’altra cosa che mi ha fatto male, all’inizio, è stato sostenere gli sguardi delle persone che mi vedevano con il foulard in testa e lo associavano subito al fatto che fossi malata, anche se non lo ero più. La gente non pensa che le terapie a volte si fanno a scopo cautelativo, ma pensa subito al peggio. Io stessa, prima della malattia, facevo questo ragionamento, che non sempre è veritiero per fortuna! C’è stato un periodo in cui non ce la facevo più, ma poi è passato, ho iniziato a non farci più caso.”

Alti e bassi continui, emergono dai racconti di Beatrice, senza però che la vitalità che la contraddistingue venga mai meno. Una forza che le deriva sicuramente dal carattere, ma anche dall’amore di chi la circonda più da vicino. Questa esperienza fa ormai parte della sua vita “mi ha insegnato a dare valore alle cose importanti, ha cambiato la mia vita e quella dei miei cari anche in positivo alla fine, perché fra le fragole ogni tanto ne capita una più amara, ma bisogna imparare ad accettarla per quello che ci può offrire, a cogliere il suo aspetto positivo”. E nel blog dichiara a viva voce: “Fino a qualche anno fa credevo che a 27 anni avrei avuto il mio primo bambino…, ma ho avuto di più: ho assistito alla mia stessa rinascita. E’ nata una rossa! (il colore dei suoi capelli)”.

Da questa energia positiva prende così vita non solo il blog, in cui Beatrice racconta e condivide insieme al popolo di internet i suoi timori e la sofferenza, le speranze e i sogni, ma anche l’idea di realizzare alcuni scatti fotografici per comunicare quanto è importante fare prevenzione a tutte le età, fin da giovani, perché “spesso le donne giovani non ci pensano, non fanno le mammografie”. In questi scatti fotografici, frutto di una passione coltivata da tempo, Beatrice racchiudere così il proprio messaggio. A posare per lei sono le donne che la seguono sui social network, ma anche le donne che non conosceva e che sostengono la sua causa. Scatti a seno nudo, in forma del tutto anonima, per testimoniare che la prevenzione è fondamentale, che la paura va affrontata e che molto spesso un rimedio c’è. Si perché dal cancro al seno si può guarire. Il passo che ha portato all’idea di realizzare una mostra fotografica è stato evidentemente immediato. Le fotografie scattate da Beatrice saranno esposte, per la prima volta, presso il Centro Congressi di Humanitas, il 20 ottobre, in occasione del seminario Paziente diplomata, giunto alla sua seconda edizione e pensato per tutte le donne con e senza tumore al seno.

Con questa esposizione, in quanto “paziente attiva”, consapevole di quanto sia importante lottare, “la malattia mi ha insegnato ad amarmi nel profondo ed io ho imparato che niente può fermare la mia voglia di vivere e di saltare sulla vita”, Beatrice continua la sua lotta vissuta in prima persona per diffondere il messaggio anticipato nel suo blog: “abbiate cura del vostro corpo, la nostra unica e vera proprietà, se lui vi tradisce non vi resterà nient’altro. Godete della vita, ma rispettatela ed amatela”. E ancora “non perdete la speranza. Questo è il segreto della vita!”.

Per maggiori info e per iscriversi all’evento Paziente Diplomata visitate il sito http://humanitasedu.it/.

A cura di Irene Zucchetti

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